Coppole & Cappeddi Storia di Rebecca Rosada: Epica siciliana tra le due guerre

Il tema trattato nel romanzo “Coppole e Cappeddi”, da cui il titolo stesso del romanzo, nasce da due diversi aspetti che ebbe la delinquenza mafiosa in Sicilia nel secondo dopoguerra dell’Italia e dopo la formazione della Prima Repubblica. Il primo dei due aspetti, è il “banditismo”, che si nascondeva nelle montagne per sfuggire ai tutori della legge. Un “banditismo” povero, disorientato, vestito di umili “Coppole”, spesso in opposizione all’altro aspetto, quello della “Mafia” vera e propria, quella furba, sicura di sé, che non temeva la legge, che non temeva di mostrarsi, che portava il Cappeddu, cioè il cappello a falda tesa, segno di distinzione.
Nel romanzo c’è dentro una storia umana che racconta la cultura, gli usi, i costumi, il pensiero e la filosofia di vita della Sicilia di quegli anni.
C’è la disperazione di un popolo allo sbaraglio dopo la grande guerra.
C’è amore, passione, ma anche semplicità e fede.
Fatti reali e verisimili s’intrecciano.
Una donna e la sua vita sono il filo conduttore del romanzo. La storia di questa donna e dei personaggi che entrano nella sua vita, è la storia della Sicilia.
Il suo coraggio, il suo amore, la sua vita alla mercé dei tempi storici intercorsi.

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