Lotte sociali

In questo volume, il celebre scrittore francese Victor Hugo affronta svariati temi politici a partire dal 1848. Il volume venne tradotto in Italia per la prima volta nel 1902 a cura di Augusto Novelli e pubblicato dall’editore di Firenze L’elzeviriana. Tra i temi trattati: le giornate di febbraio, il suffragio universale, la libertà di stampa e la revisione della Costituzione. Lo scrittore viene considerato spesso come il padre del Romanticismo Francese ma, in questo volume, mette in atto le sue capacità di satira politica. Anche se, in tutte le sue opere, siano esse poetiche o romanzesche Hugo traccia un’ideologia politica ed una concezione del mondo ben precisa. Fu proprio a partire dal 1849 che il romanziere francese decise di dedicare un terzo dei suoi lavori alla politica. La restante parte venne dedicata alla religione, per un terzo, e alla filosofia per l’altro terzo. Victor Hugo ha sempre avuto un pensiero severo verso l’epoca in cui visse e dei suoi simili che la vivevano. Anche se, rifiutò di condannare arbitrariamente. Il modo di pensare dello scrittore francese si inscrivere tra i riformisti che vorrebbero cambiare la società. Per farlo, egli denuncia nei suoi testi, l’ineguaglianza sociale ed il capitalismo rappresentato dai ricchi possidenti che non vogliono produrre. Se da un lato denuncia le ingiustizie, dall’altro si fa contrario alla violenza soprattutto se praticata contro la democrazia ed il governo che se ne erge a promotore. Ecco perché risultò, da sempre, contrario alla pena di morte, che avrebbe voluto abolire. Questo perché assistette sin da bambino a numerose esecuzioni truci molte riprese nei suoi romanzi. Affermò, infatti, che la pena di morte non era altro che ciò che ancora rimaneva dei barbari nell’ambito di un discorso tenuto all’Assemblea Costituente nel 1848. In quello stesso anno, infatti, Victor Hugo entrò a far parte di tale Assemblea come deputato per poi declinare nel 1851 quando salì al potere Napoleone.

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