VURRIA ‘STU MUNNO FATTO A VOGLIA MIA: Storie di giovinezza, vecchiezza e sregolatezza nella canzone popolare

«Vurria ‘stu munno fattu a voglia mia» (Vorrei questo mondo fatto a piacere mio). Mimmo Mòllica trae spunto da questa villanella popolaresca del ‘500 napoletano, pubblicandone e traducendone il testo, per addentrarsi nel ‘punto cieco della nostra coscienza’: il desiderio (“non è una cosa semplice” diceva Freud). Vorrei…, desiderio o volontà? O qualcosa che non può essere espresso? Storie di giovinezza, vecchiezza e sregolatezza nella canzone popolare e nella poesia.
«Vorrei», condizionale presente del verbo «volere». Sei lettere, tre vocali e tre consonanti per esprimere volontà, desiderio, vagheggiamento, frenesia? «Sogno!». Sospiri…

Le villanelle
Di argomento spesso satirico e morale, intorno alla metà del XVI secolo, le villanelle rappresentarono una delle forme musicali più popolari in Italia. La «Villanella» è canzone villanesca, forma di canzone profana della prima metà del XVI secolo destinata ad influenzare quella che più tardi diverrà la canzonetta.

Non disprezzate la ‘cattiva’ musica
Non disprezzate la musica popolare. Siccome essa si suona e si canta molto più appassionatamente di quella ‘colta’, a poco a poco essa si è riempita del sogno e delle lacrime degli uomini. Per questo vi sia rispettabile. Il suo posto è immenso nella storia sentimentale della società. (Marcel Proust)

Vorrei questo mondo fatto a voglia mia,
che mai non s’invecchiasse, né morisse
e si facesse per legge o per ragione
che le ragazze fossero in comune.

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