La Fiamma degli Almohadi: Saggio storico su Ibn Tūmart, 'Abd al-Mu'mīn e l'impero degli Imazighen del Marocco (Grandi personaggi della Storia Vol. 1)

Il lavoro che segue traccia l'evoluzione storica, politica e sociale del Nord Africa medievale al fine di compiere una lettura della società maghrebina, distintasi da quella più propriamente araba. Lo scopo di questo studio è quello di rilevare come una tribù di gente di montagna dell'Atlante abbia adottato dal Vicino Oriente l'Islām e in che modo l'abbia adattato alle proprie esigenze, anche attraverso una elaborazione teologica nuova. L'impero Almohade ha generato l'edificazione di nuove città, la creazione di ambiti di sviluppo economico, di cui sono testimonianza fedele i rapporti con le repubbliche di Genova e Venezia e le città costiere della Sicilia ed infine una sentita e fervida cultura filosofica.
Nei secoli analizzati, l'islamizzazione del Nord Africa comportò, dal punto di vista culturale, un sincretismo tra il diritto musulmano e quello consuetudinario berbero, tra la lingua araba semitica e quella berbera camitica e tra l'eterodossia kharigita e l'Islām ortodosso d'oriente. L'insieme di questi elementi portò alla formazione in Nord Africa di una realtà musulmana originale che seppe tramutarsi nel Medioevo in uno sviluppo filosofico e teologico, almeno in alcuni territori, assolutamente fecondo.
Quando l'Impero Almohade si disgregò, si giunse, tra il 1200 e il 1400, a una tripartizione politico-amministrativa del Maghreb ad opera delle dinastie dei Merinidi in Marocco, degli Abdalwadidi in Algeria e degli Hafsidi in Tunisia. Potremmo affermare che queste formazioni extraterritoriali sottendano a una forma primitiva di Stato occidentale e costituiscano i prodromi di un Maghreb moderno.

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