SEGRETO DI TEMPLARE: Romanzo storico

A che serve un romanzo ancora, ve ne sono così tanti che un altro rischia di risultare superfluo, di rimanere intonso.
Il suo progetto ambizioso consiste nel mostrare il mondo sotto una luce prismatica che ne riveli tinte e screziature impensate. Il suo punto di forza è inscenare prospettive che ci coinvolgono fin dalla notte dei tempi. Non indaga questo romanzo nella fede dei credenti, per contrastarla, ma per illuminare le origini dell’evento religione sotto un riflettore, una lente: inusitati. E se i fatti fossero andati in questo modo? La risposta se la darà il lettore curioso.
A che serve un romanzo se non ci fa balzare sulla sedia, se non ci indigna e non ci pone di fronte a bivi e a scelte stringenti. Il mondo e le sue storie sono così complesse che un romanzo può dare solo qualche indizio. Se non è l’orma del presente è un vuoto esercizio
Questo racconto ci mostra, nel rincorrersi di una fuga di specchi, che viviamo lo stesso sogno dell’inizio, ma che i sentimenti, le paure, i desideri sono sempre eguali e sempre diversi. In più ci dimostra che amare è sempre stato un affare complesso e variegato.
A che serve un libro? È un passatempo che funziona se le pagine sono come ciliegie, una tira l’altra, senza potere smettere si arriva alla fine. Delusi o convinti, in ogni caso partecipi dell’avventura sofferta.
Vi troverete nel bel mezzo di un thriller senza averne avuto il sospetto. A vostra insaputa farete i conti con un segreto più ricco di un tesoro nascosto, più profondo di quello offerto da una trama contorta, fine a sé stessa. Questa favola danza sul filo del rasoio di baratri ancestrali ma pur corrispondenti agli epocali cambiamenti che stiamo vivendo.
Un ringraziamento mi occorre rivolgere ai miei quindici lettori, quindici perché non sono fortunato come il Manzoni che ne poté contare venticinque per i suoi “Promessi sposi”, a loro ho imposto il tormento di un linguaggio che si metamorfosa con il mutare degli scenari temporali, però in risarcimento li ho fatti ridere, piangere, stupire, alla fine pensare, credo; perdonate se è poco il proposito al quale mi sono accinto.
Il segreto del templare, venendo meno alla sacra regola che non si rivela l’assassino prima della fine, ve lo svelo in anteprima, non vogliatemene; esso è: e pur si muove.
Copertina originale di: Filippo Argenton, per gentile concessione dell'autore.

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