Benedette guerre: Crociate e jihad
Barbero tocca i nodi fondamentali della scelta cristiana di liberare il Santo Sepolcro e dell'incontro/scontro fra il mondo cristiano e quello islamico che ne seguì. Vediamo l'intreccio tra l'impulso religioso dei cristiani che partono per la Crociata come per un pellegrinaggio, sia pur armato, le spinte espansionistiche di un'Europa in forte ripresa economica e demografica, l'indiscussa autorità politica della Chiesa di Roma. Romanziere, oltre che storico rigoroso, Barbero tratta le vicende in uno stile scorrevole, quasi un racconto fatto a voce accanto al camino. Un esperimento di grande fascino. Anna Foa
Barbero racconta come le Crociate pongano un problema analogo a quello odierno, in seguito agli attacchi terroristici. Come giustificare le Crociate, un'impresa impossibile da realizzare se non ammazzando i nemici, quando il sesto comandamento vieta di uccidere? La soluzione trovata da Urbano II era di rimettere i peccati di chi fosse caduto combattendo gli infedeli: soluzione ambigua perché un peccato rimesso è sempre un peccato. Guido Barbujani, "Il Sole 24 Ore"
Le Crociate, raccontate in modo diretto e brillante da Barbero, sono tremende esplosioni di violenza, forma sui generis di pellegrinaggio, valvola di sfogo per un'Europa sovraffollata; ma sono anche il momento in cui due mondi rivali, che non sanno di avere profonde radici comuni, si incontrano e si descrivono a vicenda.
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