La pianista (Einaudi tascabili. Scrittori)

La ricerca spasmodica e frustrante della vita e di un'identità sessuale, fra autolesionismo e voyeurismo, spingono Erika Kohut, una quarantenne insegnante di pianoforte, negli squallidi peep-show della periferia viennese, nei cinema a luci rosse o tra le siepi del Prater, prima di rientrare a casa, sotto le lenzuola del letto che divide con la tirannica madre. Al centro della narrazione il tormentatissimo rapporto di forza tra le due donne che trasformerà in catastrofe sadomasochistica il tentativo di Erika di legarsi al suo allievo Walter Klemmer. Con un linguaggio tagliente e impietoso, e una scrittura coraggiosa animata da un vortice di metafore, l'autrice non risparmia nulla, né l'amore materno e le sue vane ambizioni, né il genere pornografico, che manipola e smaschera, né i miti musical-culturali di Vienna, né le ipocrisie e le false certezze della sua borghesia istruita e stupida.

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Il Consigliere Letterario

L’armonico stridore delle metaforeIl Consigliere Letterario

Vinta, sconfitta, distrutta, Erika non chiede compassione né riesce a suscitarne; è persona con la quale l’autrice rende impossibile qualsiasi identificazione, qualsiasi empatia; Erika sembra quasi meritare il proprio destino, ma non per il fatto che sia quel che è (in fondo, per ciò che è, non ha colpa; non completamente almeno), bensì perché tutto quel che le ruota attorno (che lei voglia vederlo o meno, considerarlo o meno, accettarlo o meno) è quel che è; una malattia per la quale non sembra esserci cura. Leggi tutta la recensione

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