Le Dissonanze: Tartini, musica e bollori

Praga, 1726, corte del conte Ferdinand Francesco Kinsky. Giuseppe Tartini, trentaquattrenne, sta meditando insieme con l’amico violoncellista Antonio Vandini di fare ritorno in Italia. A spingerlo, il clima poco favorevole alla sua salute, alcuni screzi a corte e una certa irrequietezza di fondo. A frenarlo, il ricordo delle varie ferite che ha inflitto. Elisabetta, con la quale è sposato da sedici anni, da dieci vive con la famiglia di lui a Pirano, lontana e dimenticata. Catina, sua amante veneziana, abbandonata mentre era incinta, forse di lui, forse no. Il fratello Domenico, profondamente deluso da lui, avido e algido. 
Tre figure allegoriche, Armonia, Ardore e Arcano, guideranno il musicista verso il suo futuro brillante.
 

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