La settima Romanza di San Giovanni della Croce: Dottrina in poesia e sentiero di contemplazione del «Qui propter nos hómines»

Le nove Romanze di San Giovanni della Croce «sul Vangelo “In principio era il Verbo” intorno alla SS. Trinità» perlustrano un dialogo trinitario che spinge ad argomentare su valori che superino per categoria quelli dell’angoscioso dubbio; la Parola di Dio ha bisogno che i credenti — gli uditori — la facciano rivivere in se stessi.
Nella VII romanza l'esposizione poetica è così intensa che perfino coloro che non possono definirsi "uditori della Parola" (i non-ancora-credenti) sono comunque attratti ad ascoltarla, almeno per la sua forma così riuscita fa apparire un miracolo artistico.
Le romanze di San Giovanni della Croce offrono una lettura cristocentrica sul fine dell’uomo che è veritiera e dolce nel meditarla: veritiera, in quanto offrono un senso sull’attesa dello Sposo in linea con gli Scritti; dolce, perché l’analogia di essere un dono del Padre al Figlio è motivo di umiltà e, al contempo, ha un senso più alto e gioioso del solo essere creature salvate dal Signore.
Sentirsi dono con gioia è il modo per far risuonare il Verbo Incarnato in tutta la sua bellezza, come parola vivente, risorta.
(Versione ridotta dal Saggio per diploma di laurea in Scienze Religiose)

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