La donna dal kimono bianco

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La donna dal kimono bianco
Autore
Ana Johns
Pubblicazione
09/01/2020
Valutazione
2

Un romanzo così bello, intenso e vivo sul Giappone non si vedeva dai tempi di Memorie di una Geisha.

Giappone, 1957. Il matrimonio combinato della diciassetten­ne Naoko Nakamura con il figlio del socio di suo padre garan­tirebbe alla ragazza una posizione sociale di prestigio. Naoko, però, si è innamorata dell’uomo sbagliato: è un marinaio americano, quello che in Giappone vie­ne definito un gaijin, uno straniero. Quando la ragazza scopre di essere incinta, la comprensione e l’affetto che sperava di trovare nei genitori si rivelano soltanto un’illusione. Ripudiata da chi dovrebbe starle vicino, Naoko sarà costretta a compiere scelte inimmaginabili, per qualunque donna ma soprattutto per una madre…

Stati Uniti, oggi. Tori Kovač è una giornalista. Men­tre si prende cura del padre, anziano e gravemente malato, trova una lettera che getta una luce sconvolgente sul passato della sua famiglia. Alla morte del padre, decisa a scoprire la verità, Tori intraprende un viaggio che la porta dall’altra parte del mondo, in un villaggio sulla costa giapponese. In quel luogo così remoto sarà costretta a fronteggiare i demoni del suo passato, ma anche a riscoprire le proprie radici…

 

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Eien Café

La Donna dal Kimono BiancoEien Café

Non posso che dire che ho amato il libro, ho amato Naoko e le ambientazioni dell’autrice. Essendo un’amante del Giappone mi sono trovata spesso su Google Maps a cercare i luoghi e a voler conoscere di più. Leggi tutta la recensione

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Adele Ross

Bello. Anzi bellissimo. Da leggere assolutamenteAdele Ross

Confesso che erano anni che non mi capitava di leggere un libro e sentirmi talmente coinvolta da arrivare a soffrire e addirittura piangere durante alcuni passaggi davvero intensi. Due storie che si intrecciano lungo la linea del tempo. Una scrittura davvero magistrale, intensa, asciutta senza eccessivi fronzoli ma incisiva quanto basta per incatenare il lettore a ogni riga, a ogni pagina, che si ritrova ansioso di consumare la storia per poter sapere cosa accadrà poi, nella pagina successiva, nel capitolo seguente… cosa deciderà di fare Tori in un’America dei nostri tempi, cosa sarà costretta a fare Naoko in un Giappone lontano sia nel tempo che nello spazio. Due donne unite da un filo, da una storia, senza nemmeno saperlo. Unite da un solo uomo, un gaijin come veniva definito in Giappone dopo pochi anni dall’occupazione, quando gli americani erano ancora il nemico, l’usurpatore, quando l’odio era ancora palpabile e la ferita di una sconfitta non ancora sanata. Un ragazzo innamorato, un padre amorevole, due donne, una figlia e una sposa mai rivelata al mondo, ma anche mai dimenticata, un destino avverso che si è divertito a giocare con le vite di due innamorati, con la vita di una giovanissima Naoko, schiacciata da un’educazione rigida e dal rispetto che si sente di dover dare alla famiglia, destinata a un matrimonio combinato che non vuole accettare. Una giovanissima e determinata diciassettenne che decide di combattere per un amore contrastato, proibito, di combattere per il proprio futuro, la propria felicità ma che, purtroppo, il destino piegherà e prostrerà fino a costringerla a compiere una scelta che nessuna donna dovrebbe mai compiere, nessuna donna dovrebbe essere mai costretta a compiere. Scritto sfruttando i due filoni narrativi, quello storico ambientato nel Giappone di fine anni Cinquanta del Novecento, e quello attuale negli Stati Uniti. Una scelta narrativa che permette di saltare avanti e indietro nel tempo ma che non disturba affatto la fluidità del narrato, anzi rende la lettura stimolante. I personaggi sono ben delineati e perfettamente coerenti con i rispettivi ruoli, sia le due protagoniste principali che tutti i personaggi di contorno, che da contorno non fanno perché tutti a loro modo sono determinanti per il dipanarsi della vicenda. Tutte le vite che entrano in contatto con Naoko si intrecciano a quella della ragazza e hanno un ruolo decisivo perché la storia giunga alla sua conclusione. La storia attinge da fonti e vicende vere e realmente accadute e questo forse riesce a renderla tanto viva e palpitante, cosa che in commistione alle doti narrative dell’autrice riesce a far emozionare il lettore e farlo immergere completamente nella vicenda. La scrittrice dipinge con le parole, pennellate di colori tenui nei passaggi dolci, romantici, o nella descrizione delle atmosfere di magia che catapultano in un passato e in un Paese decisamente misterioso, per passare poi a colori più decisi, spesso cupi, nei passaggi forti, cruenti e dolorosi come la vita vera. In sintesi un romanzo che mi sento di definire stupendo, una storia difficile da dimenticare, per tanti motivi ma forse anche per il suo finale straziante che mi ha lasciato un senso di latente e sordo dolore annidato in fondo all’anima. Da leggere assolutamente! Leggi tutta la recensione

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