"Scripta manent" Poesie, racconti, pensieri e una commedia.

Mi piace scrivere, più di quanto mi piaccia parlare.
Molti credono che il senso da darsi alla frase "Scripta manent", sia complimentarsi con la scrittura in quanto "permane, resta", mentre le parole, vane, volano via.
Ma il senso che l'uomo romano, il senatore Caio Tito, "colpevole" di averla pensata e detta, intendeva darle era ben altra: voleva elogiare la capacità dell'oratore di farsi ascoltare e lasciare il segno tangibile sugli ascoltatori.
Nulla da meravigliarsi: le parole di Tito sono effettivamente "restate", neanche se fossero state scritte. Lo scritto "resta", sì, fermo, chiuso in un cassetto, oppure in libri che non vengono letti, tanto di più accadeva al tempo in cui Caio Tito parlava, laddove è pur vero che i romani "parlavano latino", ma da lì a scriverlo e leggerlo il passo era davvero lungo. Tuttavia io amo quello che Derrida chiamava il nostro "interlocutore muto", ossia il libro. Muto, sì, ma anche "mutante", poiché "muta" continuamente con il mutare di noi stessi, nel tempo e nello spazio, nei momenti differenti in cui lo leggiamo; per questo motivo il testo dei miei scritti assume per ciascuno un aspetto differente ed é capace di mutazioni nel tempo.
Io ho sempre amato leggere, i libri mi hanno fatto compagnia in momenti difficili, anche da bambina e lo scrivere ha alleggerito la mia anima e l'ha resa più forte.
Affido quindi i miei scritti a voi lettori, nella speranza che non annoino, volendo erudire, che non si abbelliscano con parole difficili per sembrare eruditi, che, in una parola, vi piaccia leggerli, anche se non sono cartacei.
E' quello che mi spinge a renderli ebook: la gioia di pensare che li leggiate.

Grazie.
Bianca Fasano.

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Bianca Fasano

Recensione del libro di Bianca Fasano "Scripta manent" di Pasquale AlmiranteBianca Fasano

“Scripta manent” per i latini voleva dire che gli scritti sono condannati a rimanere nei cassetti e tra le polveri delle biblioteche, sconosciuti, al contrario dei “verba”, delle parole, che invece volano tra i fori e le strade, e tutti ne possono prendere conoscenza; l'esatto contrario di ciò che oggi noi intendiamo e di ciò che Bianca Fasano, docente di storia dell'arte nel napoletano e giornalista di pregio, vuole comunicare col suo nuovo libro che si intitola appunto: Scripta manent, Società Gruppo Editoriale. Una silloge cattivante di racconti e poesie in cui Fasano dipinge stati d'animo e situazioni con la raffinatezza di uno stili chiaro e garbato e col preciso scopo che questo suo intimo mondo fra l'immaginario e il reale permanga nella memoria di chi legge e possa pure parlare in un sussurro a coloro che verranno. Riflessioni che attingono nella vita di ogni giorno e racconti che molta parte prendono tra la quotidianità della sua stessa vita di donna di scuola, mentre sussurrate sembrano le poesie, poche in vero, ma che vogliono introdurre la parte più robusta della prosa che in qualche modo riprende tonalità poetiche incontrate nei versi. E libro pure di pensieri profondi in cui la realtà spesso dura di ogni giorno si scontra coi mondi che l'arte non smette mai di immaginare e di prefigurarsi soprattutto là dove le grandi contraddizioni del nostro tempo soffiano violenze. (Di Pasquale Almirante da La Sicilia del 2/12/2011) Leggi tutta la recensione

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