Il sangue della terra
- Autore
- Alberto Bombonato
- Editore
- Le Mezzelane Casa Editrice
- Pubblicazione
- 18/11/2019
- Categorie
In uno dei periodi più neri della storia, negli anni della famigerata Repubblica di Salò, si snoda la vicenda di Maria Visentini e Rodolfo Benà. Basandosi sugli eventi che porteranno a una efferata strage fascista, Bombonato ci parla del potere salvifico dell’amore e della libertà
di Alberto Bombonato
Rovigo, 1944. Rodolfo Benà e Maria Visentini appartengono a mondi diversi. Lui, medico affermato, è un’insospettabile spia fascista. Lei, una giovane donna cresciuta nelle nebbiose campagne venete. Un bombardamento alla stazione del centro città incrocia però le loro esistenze e li unisce così profondamente da portarli sul terreno pericoloso di un legame impossibile. Per difendere il loro amore Rodolfo tradisce la fiducia del partito e quella del suo migliore amico, Stefano Rainiero, commissario della polizia politica. Carlo Visentini, il padre di Maria, è,a insaputa della figlia,proprio il capo partigiano a cui i due stanno dando la caccia. Nella cattura di Giove – questo è lo pseudonimo usato dal ribelle –vengono coinvolti anche Filippo Gelmini, uno spietato cacciatore del regime, e Romano Sini, capo della Guardia Nazionale Repubblicana. In tutto questo, Giovanni, il fratello di Maria, assume un ruolo fondamentale. In un primo tempo abbraccia le idee fasciste e collabora, ignaro come la sorella della sua segreta appartenenza alle forze di opposizione, alla cattura del padre. Per farlo si arruola nei costituendi reparti delle Brigate nere, salvo poi partecipare al raid architettato da Rodolfo per liberare il genitore dalla prigionia in cui è stato costretto dopo l’arresto. In questa vicenda, due madri condividono lo stesso crudele destino di nascondere un segreto: quella di Rodolfo, Emma, per avergli taciuto il fatto che lui fosse il fratello minore di Carlo Visentini, mentre Claudia, la madre di Giovanni e Maria, quello che il figlio fosse in realtà il frutto della violenza subita da Romano Sini durante la loro gioventù. Giovannisegue lo stesso destino della madre e muore dopo avere riscattato il suo tradimento alla famiglia. Carlo sopravvive e decide di continuare la sua lotta per la libertà anche dopo il termine della guerra, lasciando libera la figlia amata di vivere la propria felicità assieme a Rodolfo.
di Alberto Bombonato
Rovigo, 1944. Rodolfo Benà e Maria Visentini appartengono a mondi diversi. Lui, medico affermato, è un’insospettabile spia fascista. Lei, una giovane donna cresciuta nelle nebbiose campagne venete. Un bombardamento alla stazione del centro città incrocia però le loro esistenze e li unisce così profondamente da portarli sul terreno pericoloso di un legame impossibile. Per difendere il loro amore Rodolfo tradisce la fiducia del partito e quella del suo migliore amico, Stefano Rainiero, commissario della polizia politica. Carlo Visentini, il padre di Maria, è,a insaputa della figlia,proprio il capo partigiano a cui i due stanno dando la caccia. Nella cattura di Giove – questo è lo pseudonimo usato dal ribelle –vengono coinvolti anche Filippo Gelmini, uno spietato cacciatore del regime, e Romano Sini, capo della Guardia Nazionale Repubblicana. In tutto questo, Giovanni, il fratello di Maria, assume un ruolo fondamentale. In un primo tempo abbraccia le idee fasciste e collabora, ignaro come la sorella della sua segreta appartenenza alle forze di opposizione, alla cattura del padre. Per farlo si arruola nei costituendi reparti delle Brigate nere, salvo poi partecipare al raid architettato da Rodolfo per liberare il genitore dalla prigionia in cui è stato costretto dopo l’arresto. In questa vicenda, due madri condividono lo stesso crudele destino di nascondere un segreto: quella di Rodolfo, Emma, per avergli taciuto il fatto che lui fosse il fratello minore di Carlo Visentini, mentre Claudia, la madre di Giovanni e Maria, quello che il figlio fosse in realtà il frutto della violenza subita da Romano Sini durante la loro gioventù. Giovannisegue lo stesso destino della madre e muore dopo avere riscattato il suo tradimento alla famiglia. Carlo sopravvive e decide di continuare la sua lotta per la libertà anche dopo il termine della guerra, lasciando libera la figlia amata di vivere la propria felicità assieme a Rodolfo.
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