Grandezza e decadenza di Roma 3: Da Cesare ad Augusto
- Autore
- Guglielmo Ferrero
- Pubblicazione
- 21/11/2019
- Categorie
I cinque volumi dell’opera furono pubblicati dal 1901 al 1907, e sono incentrati sulla crisi della Repubblica romana che portò al potere Giulio Cesare e poi l’imperatore Augusto. La fluidità della narrazione assicurò all’opera un clamoroso successo di pubblico, anche all’estero, dove fu presto tradotta e ammirata, ma fu stroncata dagli accademici italiani. Lontano sia dagli impianti storici che privilegiavano le vicende politico-militari sia dalla storiografia critica e filologica, e attento piuttosto alle vicende delle classi in lotta, egli costruì una storia sociale e prese a modello il Mommsen, rovesciando però le conclusioni della Römische Geschichte.
Dall’incipit del libro:
In questo volume, con lo stesso metodo adoperato nei due precedenti, ho studiati e narrati gli eventi che dalla morte di Cesare vanno alla seduta del Senato in cui Ottaviano ricevè il titolo di Augustus. Sono diciassette anni di storia – dal 15 marzo del 44 a. C. al 16 gennaio del 27 a. C. –: diciassette anni tra i più importanti della storia di Roma, perchè in essi è la ragione ultima di tutto il governo e di tutta l’opera augustea; tra i più difficili, perchè, eccezion fatta della primissima parte, i documenti sono molto frammentari, confusi, lacunosi, guasti dalle falsificazioni dei partiti e dagli errori degli storici, che narrarono nei secoli seguenti quegli eventi senza comprenderli.
Ho quindi dovuto abbondare nelle analisi critiche, per spiegare minutamente il procedimento con cui ho scomposto nei suoi elementi la tradizione per poi ricomporla. Non bastando a questo scopo le note poste a piè di pagina, pubblicherò tra qualche mese un volumetto di appendici critiche, dove saranno minutamente analizzati i documenti su quattordici punti tra i più gravi, in cui mi sono maggiormente allontanato dalla tradizione.
La mia ricerca ha conchiuso in modo diverso dalla tradizione sopratutto in due punti molto importanti. Io considero come una leggenda, che non ha fondamento alcuno nei documenti, l’affermazione tante volte ripetuta che Augusto fu l’esecutore dei disegni di Cesare. Quali si fossero – e noi non lo sappiamo con precisione – questi disegni, nei diciassette anni, la cui storia è narrata in questo libro, avvenne un così grande sconvolgimento, le condizioni dell’Italia e dell’Impero mutarono talmente, che Augusto ebbe un compito del tutto diverso da quello che spettò a Cesare. Un altro grande errore, che ha travisata tutta la storia della prima parte dell’Impero, giudico poi l’altra idea, comunemente accettata, che Augusto sia il fondatore della monarchia a Roma. Egli fu invece l’autore di una restaurazione repubblicana, vera e non formale.
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