Il mare privato: Lo scempio delle coste italiane. Il caso dei porti turistici in Liguria. Le conseguenze di cemento, speculazioni, criminalità - Nuova ... digitale, aggiornata e arricchita. (Saggio)

I “porticcioli” – il diminutivo è ingannevole – sono la testa di ponte per privatizzare le nostre coste e il mare. Una storia di cemento che parte dalla Liguria, la regione regina del diporto, ma che è la stessa in tutta Italia. Le coste italiane sono infestate dal cemento, per circa 3.300 km, ovvero oltre la metà dei nostri litorali. Ma, non paghi di villette ed eco-mostri, gli speculatori hanno spostato le loro ruspe dalla costa fino ai lidi e al mare stesso: è il fenomeno dei “porti turistici”, eufemisticamente detti “porticcioli”. A differenza dei porti, che sono pubblici e al servizio della comunità, i porticcioli sacrificano un bene comune come le coste sull’altare dell’interesse privato e della ristretta cerchia che può permettersi il “diporto”. Il business che sposa nautica e cemento
 è diffuso in tutta Italia ma in Liguria – quasi 24mila posti barca – è eclatante. Il libro denuncia lo scempio ambientale e il fitto intreccio di rapporti fra politica, imprenditoria e – in alcuni casi – malaffare. Racconta perché i porti turistici sono i cavalli di Troia che aprono 
la strada a case di lusso, parcheggi, aree commerciali. Spiega la normativa che ha permesso ai porticcioli di proliferare, a partire dal “Decreto Burlando”. Ne descrive l’impatto, spesso devastante, su spiagge e ambiente costiero. Svela le connessioni con la criminalità organizzata. Con questa versione online l’informazione si amplia ancora, integrando i capitoli della versione cartacea e aggiungendo nuove storie, relative sia alla Liguria – che rimane purtroppo il “paradiso” della nautica da diporto – sia ad altre zone d’Italia, come la Sicilia.
Il 18 settembre 2019, il presidente dell’Associazione italiana porti turistici “Assomarinas”, in una audizione alla Camera dei Deputati ha ammesso che i porti turistici sono in eccesso rispetto alle supposte esigenze di posti barca: eppure continuano a essere proposti e realizzati. Con l’avallo della politica, la scarsa sensibilità dei cittadini e il silenzio dei media.  “Il mare privato” – scrive l’autore nella premessa alla nuova edizione – ha colmato una lacuna nell’informazione su questo che è un vero e proprio dramma per le nostre coste. La speranza è che [questo libro] contribuisca a aumentare la sensibilità al problema: in Italia non si consuma solo la terraferma, ma anche il mare nostrum. Un’opera dedicata a chi ha a cuore la tutela della bellezza del nostro Paese e alle comunità che “resistono”.
Con la prefazione dell’urbanista Paolo Berdini e gli importanti contributi di numerosi scienziati, attivisti, giornalisti: Sebastiano Venneri, Giampietro Filippi, Marco Piombo, Franco Zunino, Franca Guelfi.

“Prioritaria è la salvaguardia dei beni culturali, paesistici e naturali. Tutto il resto viene dopo e qualunque ipotesi di cambiamento o di sviluppo va rigorosamente subordinata a questi valori”. Antonio Cederna

L’autore
Fabio Balocco (Savona, 1953) è ambientalista, avvocato, blogger per Il Fatto Quotidiano e scrittore in campo ambientale e sociale.
È autore, fra l’altro, di “Poveri. Voci dell’indigenza, l’esempio di Torino” (Neos ed.) “Lontano da Farinetti. Storie di Langhe e dintorni” (Il Babi Editore) e – con altri autori – di “Torino: oltre le apparenze”(Arianna ed.), “Verde clandestino” (Neos ed.) e “Loro e Noi” (Neos ed.).
Ha curato per Altreconomia la prima edizione di “Il mare privato”, uscita a gennaio 2019.

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