SCAMPOLI DI PULP TENERIDD: DIARI APERTI PER LE MIE TRE PULPETTE

Essendo uno scritto autobiografico mette a nudo l’autore, che si descrive semplicemente come si vede. E si racconta. Spaventa l’idea del giudizio del ‘proprio fondale’ perché il conoscente visualizza una versione personale di sé che, naturalmente, si discosta dall'originale e per la quale questo libro potrebbe risultare paradossalmente un ‘falso’, quando in realtà trasuda onesta, genuina e a volte spietata schiettezza e integrità. Il linguaggio è falsamente grezzo e non curante. Sgrassato di ogni fronzolo è diretto, fresco, intuitivo, immediato. Di aiuto è il carattere adottato per sottolineare e separare i gap temporali. L’incalzare iniziale, vittima della foga e di voler depositare un’eredità umana alla figlia, di cui ci si innamora giorno dopo giorno e cui si vorrebbe destinare tutto di sé, si tramuta in consapevolezza, gusto, piacere nel perpetrare l'opera. Quel bisogno atavico di scrivere per arrivare a Fatima è bypassato. Perché dedicarsi a scriverle quando puoi viverla?!

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