Horace Walpole e la Città Artificiale: se un coniglio batte le orecchie a Londra ...

Londra, 2073. A est della metropoli sorge la città artificiale, Flower, imponente struttura architettonica floriforme costruita su due piani, più uno sotterraneo. Gioiello architettonico, ingegneristico, urbanistico, sociale, industriale, agronomico, è sede di importanti attività del terziario e ospita i floweriani, una rilevante fetta della popolazione londinese che ivi risiede.
In quest’epoca la tecnologia ha raggiunto enormi traguardi anche nella comunicazione linguistica: uomini e animali possono comunicare tra loro mediante l’A.H.D. (Animal Human Decoder), dispositivo elettronico applicabile al nervo acustico che codifica e decodifica gli impulsi nervosi e le connessioni sinaptiche relativi al linguaggio. Uomini e animali possono finalmente interagire, intendendosi. Un’autorità virtuale, chiamata in gergo ‘La Commissione’, biocomputer autoapprendente, gestisce la comunità animale regolarmente registrata affinché essa possa ufficialmente esser parte della società.
Horace Walpole, protagonista di questa storia, è un istruito e sofisticato lagomorfo, un coniglio, che vive nella società degli uomini, dovendone affrontare le contraddizioni, le incoerenze, il dominio e le prepotenze. Suoi inseparabili compagni, dell’ordine Rodentia, sono Orlandino Mac Mice e Marmoligi De Gais; il primo, un topo di origine scozzese, dipendente domestico ossessionato dal tenerlo sempre in salute; il secondo, amico fedele e dinamico, una marmotta di origine italiana, partner dei servizi ausiliari di polizia in cui entrambi in passato avevano dovuto lavorare.
La storia comincia il giorno in cui, ricevuta una notifica testamentaria, Horace Walpole deve recarsi presso uno studio notarile di Edimburgo dove apprende che i suoi amatissimi tutori umani, Anne Louise Baker e James Walpole, che egli credeva morti in un incidente di qualche anno prima, in realtà sono vivi. Comincia la ricerca, durante la quale apprende molte cose di sé stesso, dei suoi tutori e del loro lavoro presso il Centro di Biotecnologia di Rosslyn, in Scozia. Qualcuno cercherà di fermarlo; la stessa ‘Commissione’, per motivi di programma afferente il soggetto, si adopererà affinché egli interrompa la sua azione. A questo proposito, le due autorità, quella umana e quella virtuale, entrano in conflitto fino addirittura all’insubordinazione della seconda nei confronti della prima.
I vari fili dell’indagine sulla sua storia personale porteranno il protagonista fino a Flower, esemplare modello di città artificiale che, tuttavia, mostrerà debolezze insospettate tali da minare i suoi stessi equilibri. Questi ultimi, infatti, cominciano a vacillare nel momento in cui si segnalano alcuni casi di una sconosciuta epidemia proveniente dall’Europa Centrale, dalla quale i primi focolai hanno oltrepassato i confini fino a giungere anche in Inghilterra.

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