Il protagonismo femminile nell'opera di Ada Negri
- Autore
- Elisa Gambaro
- Editore
- LED Edizioni Universitarie
- Pubblicazione
- 20/12/2019
- Categorie
Per qualche decennio, Ada Negri è stata la più celebre poetessa italiana. Dai versi di vibrante protesta sociale e fascinosa allusività autobiografica che sul finire dell’Ottocento la resero nota come «la vergine rossa», all’onore dell’Accademia d’Italia – prima e unica donna –, fino all’oblio pressoché totale, la parabola dell’autrice di Lodi conserva ancora oggi acuti motivi di interesse critico. Abilissima nel calibrare fermenti di novità e modelli retorici tradizionali, la Negri compensa la diffidenza dei letterati ufficiali con il consenso vasto di un pubblico non umanisticamente educato che, nell’Italia giolittiana e poi fascista, ne apprezza le risorse espressive e l’efficacia rappresentativa. Sullo sfondo del contesto storico culturale della «capitale morale», il libro indaga le scelte morfologiche, le opzioni metriche e stilistiche, le tecniche compositive di volta in volta esperite: ad essere illuminato è un percorso artistico tanto più estraneo al modernismo novecentesco quanto più incline a captare le suggestioni tematiche e figurative diffuse presso la platea dei lettori e delle lettrici del nuovo secolo. Il vigore declamatorio, l’orecchiabilità ritmica e l’iconografia seduttiva dei primi libri poetici, Fatalità (1892) e Tempeste (1895), riecheggiano le note del verbo socialista, mentre le sillogi in prosa dei decenni successivi (Le solitarie, 1917; Finestre alte, 1923; Le strade, 1926; Sorelle, 1929), frutto di un’infaticabile attività pubblicistica, esibiscono la varietà tipologica della narrazione a misura breve, componendo un originale repertorio di ritratti femminili. Infine, la trasfigurazione candida e spregiudicata della propria leggenda nel romanzo auto biografico, Stella mattutina (1921), compendia, con cangiante ambiguità, i caratteri costitutivi di una produzione interamente giocata su un acceso protagonismo d’autore.
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