Al di là della materia: Alla ricerca del vero, alla ricerca del bello, alla ricerca del bene.

Pubblicato dall’editore Bocca nel 1938, questo testo era già nella gestazione intellettuale di Russolo almeno dal 1932-1933, cosa che si evince dalla lettura dei Diari (che in gran parte sono ancora inediti). È del 1933 il suo ritiro a Terragona dove conduce vita “monacale filosofica”. Aveva conosciuto a Parigi, probabilmente l’anno prima, Fanny Hefter che rimase per anni sua interlocutrice privilegiata per svariati esperimenti di magnetismo.
La prima parte del testo “la ricerca del vero” indaga soprattutto sui fenomeni attribuibili a una “forza vitale” che Russolo chiama “forza nervosa radiante” ed è equiparabile al fluido di Mesmer. Da sottolineare come i futuristi, e in particolare il gruppo “ravennate” fossero particolarmente interessati alle tematiche spiritualiste e occultiste. Dice Ginna: “Ci rifornivamo di libri spiritualisti e occultisti, mio fratello ed io, presso gli editori Dourville e Chacormac. Leggevamo l’occultista Elifas Levi, Papus, teosofi come la Blavatsky e Steiner, la Besant, segretaria della Società Teosofica, Leadbeader, Edouard Schuré. Seguivamo le conferenze della Società Teosofica, a Bologna e Firenze. Quando Steiner fondò la Società Antroposofica restrinsi la mia attenzione a Steiner. […] Con Steiner l’occultismo si elevava in senso spirituale: lasciarsi andare verso le forze occulte dell’Universo”.
Certamente anche Russolo risulta molto influenzato da Steiner, espressamente citato a proposito del mondo spirituale dell’arte. L’ispirazione spirituale dovrebbe trovare l’artista in posizione di umiltà, qualità che risulta poi estremamente rara nell’ambito degli atteggiamenti cognitivi. L’ “eternità energetica” vibra, oltre che negli organismi animati, anche nella materia inerte. Russolo non mancherà di coniugare i suoi risultati di “pensatore” con le sue prove di artista dell’immagine e del suono e non è difficile, guardando molti suoi quadri, riconoscere l’emergere nella sua pittura delle riflessioni che leggiamo in questo saggio. Il testo si basa sul dialogo tra Pirro e Mani; quest’ultimo nei suoi brevi interventi dovrebbe sostenere, ma con poco spazio e scarso successo, le ragioni del positivismo. Ma la conclusione di Pirro, che è chiara fin dall’inizio è che “tutto il mondo è retto dallo spirito e questo domina la materia”.

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