Per una città sostenibile: Quattordici voci per un manifesto
- Autore
- Camilla Perrone
- Editore
- Donzelli Editore
- Pubblicazione
- 28/01/2020
- Categorie
«La centralità della questione dei limiti richiede una sempre più accurata conoscenza dei territori in termini di cicli di vita, con un approccio non resistenziale ma capace di muoversi entro uno spazio disponibile che, in termini ecologici, è limitato. Muoversi dentro i limiti sollecita stili di vita diversi e un differente approccio al consumo esteso alla città, ai suoi spazi e alle sue strutture. La consapevolezza dei limiti è funzionale al rinnovamento dell’urbanistica, che muta finalità, tecniche e valori di riferimento, che muta cioè la sua razionalità, assumendo il compito di sostenere la ri-produzione dello spazio, con la funzione di determinare nuovi equilibri negli assetti della città, nell’uso degli spazi, nelle relazioni tra le comunità e i propri territori di appartenenza».
Il termine «Antropocene», usato per la prima volta negli anni ottanta per indicare l’epoca geologica caratterizzata dall’impatto dell’uomo sul pianeta, ha assunto negli ultimi anni un ruolo centrale nel dibattito intellettuale, dentro e fuori dalle aule universitarie. Parlare di Antropocene vuol dire parlare del modo in cui l’uomo ha modificato il proprio habitat, e quindi degli insediamenti urbani e dell’enorme impatto che hanno sul patrimonio territoriale, paesaggistico e ambientale. Gli studi di chi si occupa di città e territorio sono per questa ragione uno strumento fondamentale per capire in che direzione è necessario andare per ridurre l’impatto del nostro abitare e raggiungere una maggiore sostenibilità ambientale, nell’ottica di una transizione che sembra essere ogni giorno più necessaria. Con questa consapevolezza, la Società italiana degli urbanisti ha deciso di mettere al centro dei propri lavori la questione del legame tra azione dell’uomo, ambiente e cambiamento climatico, invitando i suoi esponenti più autorevoli a riflettere su queste tematiche, in particolare chiamando a raccolta quegli studiosi che, per il proprio impegno scientifico e istituzionale, sono interlocutori naturali nel rapporto tra ricerca e azione politica. Il risultato è una proposta di manifesto, pensato dagli urbanisti come uno strumento per accompagnare e guidare la transizione, a partire dalla necessità del riconoscimento del valore del patrimonio paesaggistico, ambientale e storico-culturale, per rispondere alle nuove domande di sostenibilità e innovazione che la stessa società civile pone come prioritarie. Per agire in questa direzione è necessario rafforzare il dialogo tra la ricerca disciplinare, le istituzioni, i professionisti e le amministrazioni territoriali, in modo da consentire agli studiosi di disseminare il proprio contributo culturale e scientifico nelle sedi di elaborazione delle politiche urbane italiane. Lo scopo di questo volume a più voci è quindi quello di portare la riflessione al di fuori dell’ambito accademico, rivolgendosi alla politica e alla società civile, e proponendo un’agenda per la trasformazione di città e territori che, partendo dalla formulazione di problemi specifici, possa indicarne vie di trattamento efficaci, in una chiave di sempre maggiore sostenibilità.
Il termine «Antropocene», usato per la prima volta negli anni ottanta per indicare l’epoca geologica caratterizzata dall’impatto dell’uomo sul pianeta, ha assunto negli ultimi anni un ruolo centrale nel dibattito intellettuale, dentro e fuori dalle aule universitarie. Parlare di Antropocene vuol dire parlare del modo in cui l’uomo ha modificato il proprio habitat, e quindi degli insediamenti urbani e dell’enorme impatto che hanno sul patrimonio territoriale, paesaggistico e ambientale. Gli studi di chi si occupa di città e territorio sono per questa ragione uno strumento fondamentale per capire in che direzione è necessario andare per ridurre l’impatto del nostro abitare e raggiungere una maggiore sostenibilità ambientale, nell’ottica di una transizione che sembra essere ogni giorno più necessaria. Con questa consapevolezza, la Società italiana degli urbanisti ha deciso di mettere al centro dei propri lavori la questione del legame tra azione dell’uomo, ambiente e cambiamento climatico, invitando i suoi esponenti più autorevoli a riflettere su queste tematiche, in particolare chiamando a raccolta quegli studiosi che, per il proprio impegno scientifico e istituzionale, sono interlocutori naturali nel rapporto tra ricerca e azione politica. Il risultato è una proposta di manifesto, pensato dagli urbanisti come uno strumento per accompagnare e guidare la transizione, a partire dalla necessità del riconoscimento del valore del patrimonio paesaggistico, ambientale e storico-culturale, per rispondere alle nuove domande di sostenibilità e innovazione che la stessa società civile pone come prioritarie. Per agire in questa direzione è necessario rafforzare il dialogo tra la ricerca disciplinare, le istituzioni, i professionisti e le amministrazioni territoriali, in modo da consentire agli studiosi di disseminare il proprio contributo culturale e scientifico nelle sedi di elaborazione delle politiche urbane italiane. Lo scopo di questo volume a più voci è quindi quello di portare la riflessione al di fuori dell’ambito accademico, rivolgendosi alla politica e alla società civile, e proponendo un’agenda per la trasformazione di città e territori che, partendo dalla formulazione di problemi specifici, possa indicarne vie di trattamento efficaci, in una chiave di sempre maggiore sostenibilità.
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