Il lamento dell'Osservatorio

Giuseppe d’Agrò, giovane giornalista nicolosita, assiste da vicino agli ultimi istanti di vita dell’Osservatorio Vulcanologico dell’Etna, edificio che al termine di una storia ultra centenaria viene inghiottito dalla lava dell’Etna nell’aprile del 1971.
Giuseppe, suggestionato dall’esperienza vissuta e dal lungo, amaro, lamento udito nelle ultime fasi dell’esistenza dell’edificio, culla il sogno di poter ritrovare l’Osservatorio che è convinto esistere integro, sepolto dalla lava, seppur l’evidenza dica il contrario.
Il figlio Francesco passato attraverso il disinteresse giovanile per la Montagna si accorge, quasi per caso, di essere come il padre, attratto irresistibilmente dal vulcano e da quell’edificio che mai aveva visto: alla morte del padre ne eredita la passione che lo guida attraverso incredibili vicende sino alla più incredibile delle scoperte proprio là dove sorgeva l’Osservatorio.
Il racconto esplora le emozioni ed i sentimenti dei d’Agrò ed attraversa, con vicende intense e talora divertenti, oltre quarant’anni di storia recente della Montagna; è espressione dei sentimenti di amore che l’autore nutre per la Montagna; vuole anche valorizzare il sentimento dell’amicizia che va al di là delle ragioni e delle evidenze e il valore fondante della famiglia, culla e motore della società.

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