FLAVIO EZIO, I BARBARI E LA NUOVA VIA DI GLORIA PER ROMA
- Autore
- Mario Tosoni
- Pubblicazione
- 01/02/2020
- Categorie
Mi chiamo Mario Tosoni e sono un ingegnere toscano, laureato a Pisa nel settore nucleare e con una passione, in particolare, per la storia romana.
Inoltre dedico questo libro al “Paese Italia” o meglio, per dirla alla maniera di Dante, al “bel paese là dove ‘l sì suona” (Inf. XXXIII, vv. 79-80), poiché questa espressione suggella emblematicamente ciò che la nostra nazione è riuscita a fare per secoli: ad elargire così tanto entusiasmo al mondo intero che resta assai difficile immaginare una realtà globale priva di questo importante contributo. E questo è avvenuto per secoli, facendo divenire l’Italia un punto di riferimento imprescindibile con la sua arte, di cui troviamo traccia in ognuno dei tanti borghi che costellano le diverse regioni della penisola. Non è solo l’arte del nostro Paese ad avere influenzato e attratto il mondo, perché nella sua storia hanno trovato la loro massima espressione non soltanto i diversi popoli che vi hanno abitato da sempre, ma anche innumerevoli altre civiltà che vi sono pervenute e che proprio nella nostra penisola hanno raggiunto il massimo del loro splendore.
Forse per dare degno riconoscimento a questo aspetto sarebbe bello poter integrare l’art 1 dell’attuale costituzione repubblicana che recita: “L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” aggiungendo una piccola postilla: “L’Italia è una Repubblica democratica storicamente fondata sul lavoro e sull’entusiasmo”. Perché è stato l’entusiasmo che ha permesso di elevare grandiosi monumenti, chiese ed ogni sorta di edifici e palazzi, la cui bellezza resta ancora oggi sbalorditiva ed inimitabile. Ed è stata proprio questa bellezza a dare fermento anche alla società globale e all’economia.
Il più bel regalo che si può fare alle giovani generazioni di oggi è quello di renderle partecipi di questa visione; potrebbero così acquisire una consapevolezza che consentirebbe loro di cogliere ogni sfumatura di bellezza anche in tutti gli ambiti della loro vita.
Questo “entusiasmo” che ha caratterizzato la nostra storia si è oggi in parte opacizzato; per ritrovarlo pienamente è necessario fare un passo indietro, per riscoprire l’illustre tradizione della nostra storia, allo scopo di trovare l’ispirazione giusta per affrontare le delicate sfide che il presente e il futuro ci pongono innanzi e riuscire a fare il nuovo balzo in avanti che i tempi odierni ci richiedono.
L'intenzione è stata quella di scrivere un libro rivolto soprattutto ai giovani, con l'intenzione di farli avvicinare ad un mondo che è parte fondamentale delle loro radici;
Da un lato il testo si presenta come un elogio della civiltà romana, dall'altro mette in rilevo le peculiarità e le novità positive apportate dalle molteplici popolazioni barbariche in un periodo che tutti hanno considerato di "crisi";
Si tratta, come detto sopra, della storia romanzata, ma in larga parte veritiera, dell'ultimo generale romano Flavio Ezio, che è stato colui che è riuscito a fermare Attila con un esercito composito, formato anche da tante popolazioni barbare che si sono riconosciute in un interesse condiviso;
Se si può intravedere una morale, questa può essere la seguente: I periodi di crisi possono configurarsi come i più belli, poiché, sfruttando i vuoti creati dalla stessa crisi, possono generare mutamenti tramite nuovi valori che vanno ad aggiungersi a quelli già esistenti, provenienti dall'enorme tradizione tramandata dal nostro passato.
Il mito dell'antica Roma, così come la variegata galassia delle numerose popolazioni barbariche che si sono succedute sono alla base di tutto il sentire comune che accomuna molti Paesi europei e che ancora oggi può contribuire a dare la giusta motivazione, in particolar modo ai giovani, a coltivare rapporti di reciprocità ed a sviluppare interazione costruttiva.
Inoltre dedico questo libro al “Paese Italia” o meglio, per dirla alla maniera di Dante, al “bel paese là dove ‘l sì suona” (Inf. XXXIII, vv. 79-80), poiché questa espressione suggella emblematicamente ciò che la nostra nazione è riuscita a fare per secoli: ad elargire così tanto entusiasmo al mondo intero che resta assai difficile immaginare una realtà globale priva di questo importante contributo. E questo è avvenuto per secoli, facendo divenire l’Italia un punto di riferimento imprescindibile con la sua arte, di cui troviamo traccia in ognuno dei tanti borghi che costellano le diverse regioni della penisola. Non è solo l’arte del nostro Paese ad avere influenzato e attratto il mondo, perché nella sua storia hanno trovato la loro massima espressione non soltanto i diversi popoli che vi hanno abitato da sempre, ma anche innumerevoli altre civiltà che vi sono pervenute e che proprio nella nostra penisola hanno raggiunto il massimo del loro splendore.
Forse per dare degno riconoscimento a questo aspetto sarebbe bello poter integrare l’art 1 dell’attuale costituzione repubblicana che recita: “L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” aggiungendo una piccola postilla: “L’Italia è una Repubblica democratica storicamente fondata sul lavoro e sull’entusiasmo”. Perché è stato l’entusiasmo che ha permesso di elevare grandiosi monumenti, chiese ed ogni sorta di edifici e palazzi, la cui bellezza resta ancora oggi sbalorditiva ed inimitabile. Ed è stata proprio questa bellezza a dare fermento anche alla società globale e all’economia.
Il più bel regalo che si può fare alle giovani generazioni di oggi è quello di renderle partecipi di questa visione; potrebbero così acquisire una consapevolezza che consentirebbe loro di cogliere ogni sfumatura di bellezza anche in tutti gli ambiti della loro vita.
Questo “entusiasmo” che ha caratterizzato la nostra storia si è oggi in parte opacizzato; per ritrovarlo pienamente è necessario fare un passo indietro, per riscoprire l’illustre tradizione della nostra storia, allo scopo di trovare l’ispirazione giusta per affrontare le delicate sfide che il presente e il futuro ci pongono innanzi e riuscire a fare il nuovo balzo in avanti che i tempi odierni ci richiedono.
L'intenzione è stata quella di scrivere un libro rivolto soprattutto ai giovani, con l'intenzione di farli avvicinare ad un mondo che è parte fondamentale delle loro radici;
Da un lato il testo si presenta come un elogio della civiltà romana, dall'altro mette in rilevo le peculiarità e le novità positive apportate dalle molteplici popolazioni barbariche in un periodo che tutti hanno considerato di "crisi";
Si tratta, come detto sopra, della storia romanzata, ma in larga parte veritiera, dell'ultimo generale romano Flavio Ezio, che è stato colui che è riuscito a fermare Attila con un esercito composito, formato anche da tante popolazioni barbare che si sono riconosciute in un interesse condiviso;
Se si può intravedere una morale, questa può essere la seguente: I periodi di crisi possono configurarsi come i più belli, poiché, sfruttando i vuoti creati dalla stessa crisi, possono generare mutamenti tramite nuovi valori che vanno ad aggiungersi a quelli già esistenti, provenienti dall'enorme tradizione tramandata dal nostro passato.
Il mito dell'antica Roma, così come la variegata galassia delle numerose popolazioni barbariche che si sono succedute sono alla base di tutto il sentire comune che accomuna molti Paesi europei e che ancora oggi può contribuire a dare la giusta motivazione, in particolar modo ai giovani, a coltivare rapporti di reciprocità ed a sviluppare interazione costruttiva.
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