IL RIVALE SCONOSCIUTO DI CESARE: Un epistolario molto riservato

Caio Giulio Cesare lo conosciamo tutti. Marco Calpurnio Bibulo, suo collega nel primo Consolato, è invece ignoto ai più, ma non per questo la sua vita è di poco interesse, soprattutto se si investigano i legami - familiari e non – con quella di Cesare.L’autore ha puntigliosamente ricostruito la biografia di Bibulo, traendo delle autonome e (forse) arbitrarie conclusioni ed ha mmaginato una storia che si snoda parallela a quella di Cesare. L’epilogo non sono le Idi di marzo, anche se tutto ruota intorno all’assassinio di Cesare ed alle sue motivazioni profonde.La vicenda si apre con l’invio in punto di morte da parte di Lucio Calpurnio Bibulo - figlio di Marco - delle memorie del padre ad un anziano Legato, Tullio Scribonio Libone, già sottoposto di Bibulo senior durante la Guerra Civile.Tali scritti verranno distrutti per la pericolosità delle notizie in essi contenute. Ma si sa, non sempre le buone intenzioni sono sufficienti, e la storia riemerge nella corrispondenza di Porcia, moglie di Bibulo, con Flavia, sua amica di una vita, e in una sorta di diario in cui quest’ultima, in tarda età, annota le lettere di Porcia.Ma chi era veramente Porcia? Non è stata solo la moglie di Bibulo: dopo la sua morte e prima delle Idi di marzo del 44 a.C. è stata anche moglie di Marco Giunio Bruto, (probabilmente) figlio di Cesare e (certamente) capo dei congiurati che lo uccisero.Sarà stato solo l’amore della patria e della libertà il movente del tirannicidio? L’autore ritiene che vi siano state motivazioni più profonde e personali, e che Porcia vi abbia avuto un ruolo ben preciso, in cui si mischiavano amore, risentimento e desiderio di vendetta. Se ciò sia anche solamente plausibile lo giudichi il lettore.

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