Ludwig o il Re Amleto

Fra le teste coronate nell'Europa del XIX secolo, merita un posto speciale Ludwig II di Baviera. Salito al trono in giovane età, del tutto inadatto e disinteressato al governo, ricoprì il suo ruolo seguendo la naturale inclinazione del suo carattere, ovvero creando un mondo fatato ed enigmatico nel quale trovare rifugio. Un mondo costruito pietra su pietra e di cui restano tuttora i celebri castelli sparsi per la Baviera, stravaganti realizzazioni dei suoi sogni ribelli, ispirati a Luigi XIV (il Re Sole, per il quale nutriva un'autentica venerazione) e soprattutto alle leggende e alle saghe germaniche riportate in auge da Richard Wagner.
A quest'ultimo, prima di venire detronizzato per una presunta malattia mentale e morire in circostanze misteriose, Ludwig offrì per un lungo periodo il proprio sostegno incondizionato, finanziando le sue opere e sovvenzionando la nascita del Festspielhaus di Bayreuth. Il suo rapporto con Wagner fu tuttavia spesso tormentato, passando dallo sfrenato entusiasmo ai contrasti più aspri (in analogia a quello che il compositore ebbe con Friedrich Nietzsche).
A suo modo, Ludwig fu un artista e un poeta, un idealista nato nel secolo sbagliato.
In questa intensa biografia tradotta per la prima volta in italiano, Guy de Pourtalès ce ne offre un ritratto di grande suggestione, che all'esattezza della ricostruzione unisce una speciale competenza musicale e un grande talento narrativo.

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