Anita. Storia di un viaggio

Genova, estate 1945. La guerra è finita da poco, Attilio, industriale antifascista, appena rientrato in città, dopo essere stato sfollato nell’entroterra ligure con la propria famiglia, è in apprensione per la sorte del fratello Mario, Commissario di Polizia antifascista, disperso a Gorizia da maggio. Lo scambio di lettere con l’altro fratello Giovanni, medico in Alto Adige, lo convince che le richieste di informazioni ai responsabili alla frontiera non portano a nulla e decidono così di fare un viaggio, verso quella zona di confine tanto difficile. Raccolgono testimonianze e lettere di amici e rappresentanti dei partiti socialista e comunista, per avere una buona presentazione presso gli Alleati e i Comunisti Jugoslavi.
Anita, moglie di Attilio, a malincuore lascia ai parenti i suoi tre bambini e accompagna il marito, per dargli sostegno. Insieme affronteranno un viaggio scomodo, con diversi mezzi di trasporto, in mezzo alle montagne e tra le terre di un’Italia, che ancora fatica a rimettersi in piedi, dopo tutta la devastazione della guerra. A Gorizia incontreranno diverse figure, più o meno fondamentali, che faranno loro capire e conoscere una realtà, ancora in parte ignorata e un mondo diverso, a tratti affascinante, ma a tratti confuso. Anita, che è la vera protagonista, vedrà tutto questo con i propri occhi e si troverà di fronte a molte domande, sulle condizioni di quelle persone, ma anche su se stessa, alle quali cercherà di dare una risposta.
Il racconto è liberamente tratto da una storia vera, grazie alla consultazione di lettere e documenti cartacei, che risalgono al tempo in cui è avvenuta la vicenda.
I tre personaggi principali sono reali, i personaggi incontrati durante il viaggio invece sono frutto di fantasia o ispirati a testimonianze, lette ed ascoltate, di persone vissute nel 1945 a Gorizia.

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