Indaco

Circondati da uno scenario catastrofico, caratterizzato da collisioni tra comete indomabili, tempeste stellari e percorsi ostili, a cavallo tra la fine di un’era, presumibilmente quella dell’acquario e quella successiva, non ancora identificata, 7 astronauti, a bordo di un’astronave di penultima generazione, capace di interagire coi viaggiatori umanoidi dimostrando una spiccata e sorprendente inclinazione per l’empatia, scoprono, dopo un violento ed estremamente traumatico risveglio dalla precedente condizione di prototipi dormienti, di essersi persi su di una superficie ignota, sulla quale Indaco, l’astronave che li ospita, si è arenata provvisoriamente, e di non ricordare nessun dettaglio relativo alla missione che, come tutti gli individui del tempo, addestrati ad essere nomadi spaziali, sono chiamati a compiere. Inizialmente, l’idea è che questa missione possa essere quella di tornare indietro nel tempo per poi provare a generare un buco nero artificiale da utilizzare come barriera utile a deviare il corso di una cometa diretta verso il pianeta antico che le astronavi madri hanno disposizioni di salvaguardare. Gli astronauti si prestano ad una prassi che è quella tipica. L’astronave deve aiutarli a ricordare, a rimuovere i pensieri fuorvianti, e il tutto con una sorprendente capacità analitica. Tutto deve servire a portare a termine quella missione. Infondo, l’unica ragione di vita dei nuovi prototipi, capaci di generare energia per sé stessi dal nulla, è proprio quella di viaggiare senza sosta. Dopo i vari e inutili tentativi di recupero psichico dei 7 passeggeri, Indaco decide che l’imposizione ferrea di alcune regole rischia di essere controproducente e quindi lascia che gli astronauti si diano ai bagordi, al divertimento e al sesso più sfrenato. La situazione sfugge totalmente dal controllo dell’astronave.

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