La casa dei fiori selvatici

«Il contrasto fra lo stile poetico dell'autrice e la durezza della vita delle sue giovani protagoniste è impagabile. Un debutto potente. »
New York Times Book Review

«Subramanian apre una porta su un modo troppo spesso ignorato. Questo è un libro da regalare alle vostre sorelle, alle vostre madri, alle vostre amiche, per celebrare insieme la forza delle donne, la tenacia che ciascuna di noi deve dimostrare per far sentire la nostra voce in un mondo che preferirebbe tapparci la bocca. »
Nylon

«Scritto in maniera magistrale, questo romanzo descrive con dolorosa schiettezza le catene che imprigionano le donne indiane. Eppure le sue protagoniste si rifiutano di rassegnarsi al destino che la società ha scritto per loro. »
The Washington Independent Review of Books

«Un romanzo poetico e delicato, eppure capace di mettere in luce gli aspetti più oscuri della società indiana. »
Kirkus Review

Quelli che non sono nati qui non vedono nulla al di là del cartello piantato nel terreno trent’anni fa: SWARGA, cioè «Paradiso». Quando lo leggono, ridono. Noi no. Perché quel nome è assurdo. Ma non è sbagliato.
Sono in cinque. Cinque ragazze nate lo stesso anno a Paradiso, una baraccopoli ai margini di Bangalore, nel sud dell'India. Tutte e cinque sanno che il mondo segue regole ben precise. Se sei un maschio, passerai l'infanzia a giocare con gli amici, poi i tuoi genitori ti faranno studiare e ti daranno l'occasione di migliorare la tua vita. Se sei una femmina, baderai subito alla casa e ai fratelli più piccoli e difficilmente andrai a scuola, perché tanto ti aspetta il matrimonio, ovviamente combinato. Se sei una femmina di Paradiso, ti toccherà pure fare tutto questo da sola, perché tua madre sarà al lavoro, per compensare le mancanze di un padre assente o fannullone, o entrambe le cose. A Paradiso, sono le donne a occuparsi di tutto, senza mai ricevere niente in cambio. Eppure loro cinque non si arrendono. Imparano a prendersi cura l'una dell'altra. Imparano a guardare oltre le differenze di razza e di religione. Imparano a nutrire non solo lo stomaco, ma anche l'anima, e a sfruttare ogni trucco, dal ricatto alla conversione, pur di restare a scuola. E, quando arrivano i bulldozer a radere al suolo la baraccopoli per costruire un centro commerciale, imparano a lottare per salvare il quartiere. Perché il loro può anche non essere un paradiso, tuttavia c'è un'infinita bellezza nascosta tra le tende lacere e i tetti di lamiera, tra il giallo delle scavatrici e il grigio del cielo. È la bellezza della solidarietà e della speranza. La bellezza dell'amore e del riscatto. La bellezza di un luogo che è – sempre e comunque – casa.

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