IL TEATRO DELLA FOLLIA: 7 INCUBI DI POE PER IL PALCOSCENICO
- Autore
- GIANPAOLO SACCOMANO
- Pubblicazione
- 04/06/2014
- Categorie
Scritto come se fosse uno dei grandi racconti di Edgar Allan Poe ed immediatamente fruibile alla lettura, "IL TEATRO DELLA FOLLIA" è una piece teatrale in due atti, liberamente ispirata a vita, poesie e racconti del geniale scrittore americano.
Poe in persona, trovatosi in un'insolita e bizzarra situazione, all'interno di una casa di cura per malattie mentali, assiste alla rievocazione di quattro delle sue storie misteriose (La botte di Amontillado, La maschera della Morte Rossa, Il cuore rivelatore e La caduta di casa Usher) narrate dagli eccentrici protagonisti, che si celano tra i convitati. Sarà un'occasione unica perché il grande scrittore racconti qualcosa di sé, delle sue emozioni e dei suoi tormenti, declamando tre delle sue più famose poesie (Il Corvo, Annabel Lee e Un sogno nel sogno). Il che lo condurrà ad una sorprendente rivelazione finale…
"Libero adattamento teatrale†lo definisce l'autore, in realtà siamo di fronte ad un interessante operazione drammaturigica dove alcuni tra i più famosi racconti e poesie di Edgar Allan Poe, si concatenano con logica utilità alla messa in scena.
L'uso del banchetto e della festa, il racconto nel racconto, ci ricordano le "cornici†dei famosi Canterbury's Tales, Le mille e una notte, Il Decamerone.
L' aspetto interessante, qui, è che l'autore non usa dei narratori anonimi, nossignore, egli decide che i commensali siano personaggi di altri racconti di Poe, creando un vero intreccio di personalità legate le une alle altre da perversioni ed esasperazioni. La rappresentazione scenica potrebbe essere, dunque, concepita come una sorta di giostra che, girando, rievoca ora i fatti dei racconti, ora l'attualità del banchetto. Questa volta è, soprattutto il lettore che, senza i noiosi tempi tecnici imposti dai cambiamenti di scena, può passare disinvoltamente da un livello all'altro delle realtà che vengono descritte nel copione che sta leggendo. Ed è ancora il lettore che si appropria di tutti i ruoli; che può rallentare o accelerare l'azione, che può alzare o calare le luci e i loro colori… senza i condizionamenti del palcoscenico, degli interlocutori, dei produttori , delle musiche, degli elettricisti.
Poe in persona, trovatosi in un'insolita e bizzarra situazione, all'interno di una casa di cura per malattie mentali, assiste alla rievocazione di quattro delle sue storie misteriose (La botte di Amontillado, La maschera della Morte Rossa, Il cuore rivelatore e La caduta di casa Usher) narrate dagli eccentrici protagonisti, che si celano tra i convitati. Sarà un'occasione unica perché il grande scrittore racconti qualcosa di sé, delle sue emozioni e dei suoi tormenti, declamando tre delle sue più famose poesie (Il Corvo, Annabel Lee e Un sogno nel sogno). Il che lo condurrà ad una sorprendente rivelazione finale…
"Libero adattamento teatrale†lo definisce l'autore, in realtà siamo di fronte ad un interessante operazione drammaturigica dove alcuni tra i più famosi racconti e poesie di Edgar Allan Poe, si concatenano con logica utilità alla messa in scena.
L'uso del banchetto e della festa, il racconto nel racconto, ci ricordano le "cornici†dei famosi Canterbury's Tales, Le mille e una notte, Il Decamerone.
L' aspetto interessante, qui, è che l'autore non usa dei narratori anonimi, nossignore, egli decide che i commensali siano personaggi di altri racconti di Poe, creando un vero intreccio di personalità legate le une alle altre da perversioni ed esasperazioni. La rappresentazione scenica potrebbe essere, dunque, concepita come una sorta di giostra che, girando, rievoca ora i fatti dei racconti, ora l'attualità del banchetto. Questa volta è, soprattutto il lettore che, senza i noiosi tempi tecnici imposti dai cambiamenti di scena, può passare disinvoltamente da un livello all'altro delle realtà che vengono descritte nel copione che sta leggendo. Ed è ancora il lettore che si appropria di tutti i ruoli; che può rallentare o accelerare l'azione, che può alzare o calare le luci e i loro colori… senza i condizionamenti del palcoscenico, degli interlocutori, dei produttori , delle musiche, degli elettricisti.
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