Mai Stati Soli

Cosa può fare Billy, un ragazzino di 15 anni, di fronte ad una continua e minacciosa presenza, se nessuno gli crede? Persino i suoi genitori, capo saldo di chiunque e punti essenziali di riferimento, gli danno del bugiardo e del bambino ancora troppo attaccato alle immaginazioni infantili.Così, Billy Montgomery, decide di affidare l’intera sua storia a quell’unica cosa che mai potrà giudicarlo o ferirlo; affiderà questa sua parte di vita, sentimenti e sconvolte emozioni, alle pagine di un diario.Le vicende raccontate, inizialmente a ricordare i fatti passati dal loro trasferimento nella nuova città di Agoway e poi via via a collegarsi con il presente della narrazione, si susseguono in tutti gli sconvolgenti episodi che hanno segnato maggiormente il ragazzo. Billy, difatti, iniziò a scrivere queste pagine proprio per non sentirsi quel totale fuori di testa che dipingevano i genitori.La nera creatura che lo tormentava e logorava psicologicamente da quando si erano trasferiti nella nuova casa, era reale più che mai e attraverso le sue dirette testimonianze, tramite le bianche pagine, il ragazzino avrebbe fatto luce sul mistero. Questo era il suo intento primario.Aveva cominciato a scrivere, anche perché si sentiva costantemente in percolo; qualora fosse successo qualche cosa, qualora sarebbe improvvisamente sparito, Billy voleva lasciare una traccia del suo passaggio, un indizio concreto che avrebbe aiutato i futuri lettori della sua storia a portare a termine il suo compito: Liberare Agoway da quella tremenda minaccia.Mesi dopo mesi, nota dopo nota e lacrima dopo lacrima versata tra paure e giustificate ansie, il ragazzo riversa ogni goccia della sua anima nei suoi scritti. Solo questa semplice azione, lo salverà dal non impazzire del tutto.Il resto della città, sua madre e suo padre compresi, con il passare del tempo diventano sempre più strani e sembrano sempre più intenzionati a fermare le sue indagini; il mistero che avvolgeva Agoway, non doveva essere svelato ed i suoi cittadini avrebbero fatto di tutto per impedirlo.“Mai stati soli”; una frase che accompagna ognuno di noi. Nessuno di noi, con i suoi pensieri e le sue continue emozioni, spesso anche contraddittorie, è mai veramente solo e lo stesso valeva per Billy. L’adolescente, assieme al suo fedele diario, non era mai realmente solo; funeste ombre lo perseguitavano e nella sua testa, sempre più incombente, si disegnava il profilo di una psiche danneggiata dalla paura.La mente del giovane e sventurato Billy, affrontando le sue stesse paure e i pericoli che voleva a tutti i costi sfatare per proteggere l’amata sorellina Anna, andò incontro alla tremenda verità. Una realtà che spesso è meglio venga ignorata, continuando a vivere nell’illusione di essere normali.Chi di noi, come Billy d’altronde, può dire di essere solo? Chi di noi può sinceramente affermare che mai una volta nella vita, i pensieri, le paure e le ossessioni più profonde del nostro animo non si siano mai materializzate ai nostri occhi come folli pulsioni e terrificanti assilli?Chi può affermare di essere completamente sano? … Bhe; Billy può farlo. Lui così come le pagine finali del suo diario, a discapito di quello che dicevano tutti, ha la vera consapevolezza di non essere mai stato completamente solo; l’immonda creatura d’ombre e i suoi pensieri, erano e saranno la sua più terrificante e logorante compagnia.

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