Le regole del lusso: Apparenza e vita quotidiana dal Medioevo all'età moderna (Biblioteca storica)

Domenica che furonsi tre di agosto ho visto una giovane della nostra città, figliuola di un cittadino del consiglio, portare una veste di seta quale ha fatto mormorare tutta Foligno et io ho udito parlare questo et quello che diceva: "Mo’ semo per andare in precipitio, che oltre le altre spese che si fanno in maritare una giovane, non ci manca altro che di cominciare a mettere questa maledetta usanza di far vesti di drappo". (Polizze di Foligno del 1567)
Dal 2007 è in vigore in Tagikistan una "legge sulla parsimonia" che regola gli sprechi in occasione di matrimoni, cerimonie e ricorrenze varie: onde evitare indebitamenti folli è fissato il numero massimo degli invitati, come pure quello delle portate. Il provvedimento, incongruo alle nostre orecchie, si richiama alla secolare storia del disciplinamento che, con apposite leggi suntuarie, ha temperato l’esibizione del lusso fra Medioevo ed età moderna. In una società rigidamente gerarchica, occorreva infatti vigilare affinché ognuno desse di sé un’immagine coerente con la propria condizione sociale. Nel mirino erano essenzialmente le donne, i loro abiti, i gioielli, i pizzi, i copricapi, le calzature, ma anche i banchetti e le feste. Attraverso una quantità di storie particolari in cui vediamo all’opera questa "polizia del lusso", l’autrice ci parla di costumi, mode e passioni e, in controluce, di un tema oggi sempre più sentito, ovvero "quando troppo è troppo".

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