la San Giorgio e altre storie: Tre indagini per l'Ispettore Kadlic

Un emigrato appena ritornato a casa dopo quarant’anni d’assenza, assassinato sulla sua barca dal nome del posto cui era legato. Un industriale morto suicida, un cadavere riemerso dalle acque del fiume vicino alla città e una pistola che ha ucciso entrambi. Un direttore di banca con un segreto particolare, un imprenditore in bancarotta disposto a tutto e una donna troppo ambiziosa e senza scrupoli; un triangolo mortale che non risparmierà nessuno. Un esordio davvero complicato per Bruno Kadlic, il nuovo ispettore della Squadra Omicidi del piccolo Commissariato di Porto San Giorgio, una ridente cittadina delle Marche sulle rive dell’Adriatico. Tre casi che rischiano di porre fine alla sua carriera senza che abbia mai avuto inizio.

Edmondo Trammannone Commento dell'autore

Chiedermi di parlare di La San Giorgio e altre storie francamente mi mette un po’ in difficoltà perché, essendone l’autore, ogni cosa che leggerete avrà, per così dire, un “vizio di forma”. Dopo questa breve ma necessaria introduzione, andiamo dritti al punto : ho appena pubblicato questa mini-trilogia di genere giallo, noir, poliziesco, in cui racconto gli inizi della carriera dell’Ispettore di Polizia Bruno Kadlic al suo primo incarico nella Squadra Omicidi del Commissariato di Porto San Giorgio, ridente cittadina della Riviera Adriatica nelle Marche. Devo subito confessarvi che io sono nato a Roma e che a Porto San Giorgio non ci sono mai stato. Nemmeno in vacanza. Ma allora… mi direte voi Allora succede che, un bel po’ di tempo fa’, quando girovagavo per il web in cerca di concorsi gratuiti ai quali partecipare, m’imbattei in un bando indetto dal Comune di Porto San Giorgio. Non sto a farla troppo lunga. Pensai di parteciparvi e così iniziai a buttare giù qualche idea. Per la cronaca, il racconto doveva essere appunto di genere giallo/thriller e, coincidenza, io scrivevo proprio (più o meno) romanzi di quel genere! Nacque così l’Ispettore Bruno Kadlic, Lo Zingaro come veniva additato all’Accademia di Polizia. Il ragazzo, già da allora prometteva bene; solo che aveva un carattere difficile, scorbutico e non socializzava coi suoi compagni di corso. L’unico motivo per cui non fu scartato, era che aveva uno straordinario intuito che gli permise di classificarsi al primo posto nella graduatoria finale ma, nonostante ciò, fu mandato in provincia a farsi le ossa come si dice in gergo. Ovviamente tutte queste informazioni non le troverete nel libro, perché appartengono alla sua vita privata e lui, l’Ispettore Kadlic, è molto geloso dei fatti suoi. Un’altra cosa che dovete sapere di lui è che, dopo quel nostro primo incontro di tanto tempo fa’, ci siamo persi di vista per parecchi anni. Sapete… Un po’ come quando fai amicizia con qualcuno, in vacanza, e al momento dei saluti ti scambi il numero di cellulare, l’e-mail, e poi non ti ci vedi più. Ecco, fra noi due è andata proprio così. Solo che, dopo qualche anno, in concomitanza con le Pulizie di Pasqua dell’hard disk del mio notebook, mi ricapitò fra il mouse e la tastiera proprio lui. Bruno Kadlic. E allora pensai Dev’essere un segno del destino! Così mi rimisi al lavoro e cominciai a scrivere un altro racconto, finito il quale pensai di scriverne un altro ancora; poi, quando giudicai che poteva bastare, iniziai a correggere, ricorreggere, editare, rieditare e di nuovo correggere e così via, fino al risultato finale che ora sono qui a proporvi. Nel frattempo avevo allertato i miei fedeli amici che da sempre mi danno una mano nella realizzazione delle musiche, della copertina e del booktrailer dei miei lavori; sì perché, lo confesso, questo non è il mio primo libro in assoluto. Ne ho scritti altri, pubblicati con uno pseudonimo, e altri ancora inediti. Ma questo libro è il primo che pubblico col mio nome. Perciò è come se fosse un debutto a tutti gli effetti! Torniamo all’Ispettore Kadlic; di lui posso dirvi che non ha avuto una vita fin qui semplice. Suo padre era un Kurpaći apparteneva cioè al gruppo rom particolarmente abile nella lavorazione del rame. Sua madre invece era romena, forse discendente di un capo rom dei Lautari gli straordinari suonatori di violino della vicina Moldavia. Come siano andate le cose fra loro non è dato saperlo; si sa’ solo che, un triste giorno d’inverno, dopo una violenta lite, il padre di Kadlic uccise sua moglie con una coltellata al ventre e scappò dall’accampamento, nei pressi di Roma, per sfuggire all’arresto. Bruno, allora quindicenne, venne affidato ai Servizi Sociali e dopo aver cambiato diverse Case-Famiglia, all’età di diciotto anni incontrò la persona che gli cambiò la vita. Ma questa è un’altra storia, che ancora devo inventare (e scrivere); di certo la morte di sua madre e l’omertà dell’accampamento, di cui suo zio era il capo unico e riconosciuto, alimenteranno in lui quella sete di giustizia che gli farà decidere di essere un Tutore della Legge anziché uno Zingaro. Tuttavia questa decisione sarà molto sofferta e non mancherà di procurargli problemi sul lavoro assieme alle ansie e insicurezze interiori, soprattutto con la donna di cui s’innamorerà, nel privato. Per il resto, che dirvi ? Ah, sì. All’Ispettore Kadlic piacciono i cornetti farciti alla marmellata di ciliegie, odia quelli farciti alla crema e adora il Basket, è tifoso del Budućnost in patria (è Montenegrino di nascita) e simpatizza per l’Olimpia Milano in Italia ma si sta convertendo alla Victoria Libertas della vicina Pesaro. Nelle sere in cui non è di servizio è facile incontrarlo mentre passeggia sul Lungomare di Porto San Giorgio col suo inconfondibile completo di un paio di taglie più grandi ma nonostante ciò non ama il mare. Sostiene di non capirlo, Bah… Al mattino invece, potete trovarlo al tavolo vicino alla pineta del chiosco nei pressi del Commissariato ma non rivolgetegli mai la parola prima di esservi assicurati che abbia un cornetto farcito alla marmellata di ciliegie e un cappuccino sul tavolo, assieme a un pacchetto di sigarette, possibilmente senza filtro, a portata di mano. Devo però avvertirvi che potreste essere interrotti dall'arrivo dei suoi compagni d’avventure, il Sovrintendente Capo Andrea Rigo e il Sergente Carlo Marchetti. Mi pare d’avervi detto tutto.

Buona lettura.  

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