LE OMBRE DI ORCHIDEA (Gli Aedi Vol. 68)
- Autore
- Stefano Ometto
- Pubblicazione
- 18/07/2020
- Categorie
In un futuro non del tutto ipotetico, né troppo remoto, L’Italia, sconvolta da cataclismi e parzialmente inondata a causa del definitivo innalzamento dei mari, è governata da un presidente e da un gruppo di gerarchi dalle capacità e dalle qualità morali alquanto discutibili.
Il paese è rimasto tagliato fuori dal resto del mondo e dalla vita delle organizzazioni internazionali. Del tutto deindustrializzato, si trova costretto ad adottare una forma edulcorata di autarchia, dove ciò che manca viene ottenuto ricorrendo a commerci illegali. Le risorse strettamente necessarie alla vita quotidiana vengono somministrate in gran parte sotto forma di sussidi governativi, raramente sufficienti, ottenuti per mezzo della vendita all’estero del patrimonio culturale nazionale, un bene ormai ritenuto inutile.
La popolazione, in gran parte senza lavoro, vive in città fortificate, dove poco o nulla funziona, ma in cui non mancano mai la televisione e le droghe. Fuori dalle mura vivono coloro che all’epoca delle prime inondazioni sono stati esclusi e lasciati al proprio destino. A loro si aggiungono i vecchi e i malati, trasportati fuori dalle città perché non più utili al sistema.
I traffici illegali, tra cui quello di bambini da destinare al piacere e al benessere dei ricchi, oltre che al commercio di organi, sono pubblicamente deprecati, ma segretamente tollerati.
La chiesa ha ormai dimenticato da tempo le sue funzioni. È ormai un luogo dove si tengono feste per pochi privilegiati, e per coloro che si possono permettere il biglietto di ingresso.
La vita nelle città murate si trascina nell’indolenza generale, e nelle periferie, lontano dai quartieri della gente che conta, degenera nella più totale anarchia, complice l’impotenza dell’unica forza di polizia, la municipale, alquanto trascurata e priva di effettivi poteri.
Unico organo in grado di operare è la milizia, un temibile e temuto servizio di sicurezza, che però non si occupa di altro che di proteggere l’establishment ed eliminare i potenziali nemici del regime.
In questo mondo grigio, appestato da miasmi ormai non più smaltibili, figlia di una donna ormai annientata dalle dipendenze, vive Orchidea, poco più che bambina.
Orchidea è una ragazzina intelligente, con un carattere deciso e una spiccata tendenza a risolversi i problemi da sola.
Durante le sue infinite giornate, sempre uguali, chiusa in un fatiscente appartamento di un condominio popolare, si occupa del fratello, un bambino di circa cinque anni, di cui la madre poco si cura, tanto da non avergli dato nemmeno un nome. Il bambino non parla, ma è sempre inspiegabilmente felice e sorridente. Inoltre sembra avere una speciale intesa col mondo animale.
Nella stessa città, il maggiore, un ufficiale della milizia, indaga su un possibile attacco all’immagine del presidente in carica. L’uomo si rivela già da subito refrattario alle logiche che governano le stanze del potere e i corridoi dei palazzi. Nella sua indagine gli viene affidato Papalia, un giovane raccomandato, particolarmente irritante e privo di capacità. Per compensare questo fastidio imporrà alla milizia l’arruolamento di Paternò e Nuzzo, due agenti della municipale per cui prova istintiva simpatia.
Orchidea, un giorno, dato il totale disinteresse della madre, decide di provvedere in proprio al fratello, e per farlo si imbatte nello zozzone, un anziano ex rapinatore che si definisce rigattiere, ma che in realtà gestisce un banco di pegni alquanto losco nel seminterrato del condominio in cui entrambi vivono.
Quando una notte, sentendo il compagno della madre al telefono, scopre che lei e il fratellino sono in grave pericolo, Orchidea si rivolge proprio allo zozzone per scappare dalla città. Il suo insperato aiuto condurrà i due bambini nelle terre incolte fuori dalle mura, fino a casa di Pina, la madre dello zozzone, donna saggia ed estremamente vitale nonostante i suoi quasi cento anni.
Quando l’indagine della milizia si rivela una farsa, posta in essere per allontanare possibili ostacoli a un colpo di stato nella capitale, e il giovane raccomandato mostra la sua faccia nascosta, le strade del maggiore e di Orchidea si uniranno.
Il tentativo del governo in carica di sottomettere gli abitanti delle zone non controllate ne provocherà una iniziale forma di resistenza. Gli esiti dell’imperizia e della presunzione di Papalia saranno disastrosi, e scateneranno una reazione inaspettata nella quale il fratellino di Orchidea avrà parte attiva, e sorprenderà molti con qualità fuori dal comune.
L’aggressione alle terre non controllate si rivelerà in conclusione, un estremo azzardo di un apparato ormai morente e destinato a collassare sotto il peso delle proprie bugie.
Il paese è rimasto tagliato fuori dal resto del mondo e dalla vita delle organizzazioni internazionali. Del tutto deindustrializzato, si trova costretto ad adottare una forma edulcorata di autarchia, dove ciò che manca viene ottenuto ricorrendo a commerci illegali. Le risorse strettamente necessarie alla vita quotidiana vengono somministrate in gran parte sotto forma di sussidi governativi, raramente sufficienti, ottenuti per mezzo della vendita all’estero del patrimonio culturale nazionale, un bene ormai ritenuto inutile.
La popolazione, in gran parte senza lavoro, vive in città fortificate, dove poco o nulla funziona, ma in cui non mancano mai la televisione e le droghe. Fuori dalle mura vivono coloro che all’epoca delle prime inondazioni sono stati esclusi e lasciati al proprio destino. A loro si aggiungono i vecchi e i malati, trasportati fuori dalle città perché non più utili al sistema.
I traffici illegali, tra cui quello di bambini da destinare al piacere e al benessere dei ricchi, oltre che al commercio di organi, sono pubblicamente deprecati, ma segretamente tollerati.
La chiesa ha ormai dimenticato da tempo le sue funzioni. È ormai un luogo dove si tengono feste per pochi privilegiati, e per coloro che si possono permettere il biglietto di ingresso.
La vita nelle città murate si trascina nell’indolenza generale, e nelle periferie, lontano dai quartieri della gente che conta, degenera nella più totale anarchia, complice l’impotenza dell’unica forza di polizia, la municipale, alquanto trascurata e priva di effettivi poteri.
Unico organo in grado di operare è la milizia, un temibile e temuto servizio di sicurezza, che però non si occupa di altro che di proteggere l’establishment ed eliminare i potenziali nemici del regime.
In questo mondo grigio, appestato da miasmi ormai non più smaltibili, figlia di una donna ormai annientata dalle dipendenze, vive Orchidea, poco più che bambina.
Orchidea è una ragazzina intelligente, con un carattere deciso e una spiccata tendenza a risolversi i problemi da sola.
Durante le sue infinite giornate, sempre uguali, chiusa in un fatiscente appartamento di un condominio popolare, si occupa del fratello, un bambino di circa cinque anni, di cui la madre poco si cura, tanto da non avergli dato nemmeno un nome. Il bambino non parla, ma è sempre inspiegabilmente felice e sorridente. Inoltre sembra avere una speciale intesa col mondo animale.
Nella stessa città, il maggiore, un ufficiale della milizia, indaga su un possibile attacco all’immagine del presidente in carica. L’uomo si rivela già da subito refrattario alle logiche che governano le stanze del potere e i corridoi dei palazzi. Nella sua indagine gli viene affidato Papalia, un giovane raccomandato, particolarmente irritante e privo di capacità. Per compensare questo fastidio imporrà alla milizia l’arruolamento di Paternò e Nuzzo, due agenti della municipale per cui prova istintiva simpatia.
Orchidea, un giorno, dato il totale disinteresse della madre, decide di provvedere in proprio al fratello, e per farlo si imbatte nello zozzone, un anziano ex rapinatore che si definisce rigattiere, ma che in realtà gestisce un banco di pegni alquanto losco nel seminterrato del condominio in cui entrambi vivono.
Quando una notte, sentendo il compagno della madre al telefono, scopre che lei e il fratellino sono in grave pericolo, Orchidea si rivolge proprio allo zozzone per scappare dalla città. Il suo insperato aiuto condurrà i due bambini nelle terre incolte fuori dalle mura, fino a casa di Pina, la madre dello zozzone, donna saggia ed estremamente vitale nonostante i suoi quasi cento anni.
Quando l’indagine della milizia si rivela una farsa, posta in essere per allontanare possibili ostacoli a un colpo di stato nella capitale, e il giovane raccomandato mostra la sua faccia nascosta, le strade del maggiore e di Orchidea si uniranno.
Il tentativo del governo in carica di sottomettere gli abitanti delle zone non controllate ne provocherà una iniziale forma di resistenza. Gli esiti dell’imperizia e della presunzione di Papalia saranno disastrosi, e scateneranno una reazione inaspettata nella quale il fratellino di Orchidea avrà parte attiva, e sorprenderà molti con qualità fuori dal comune.
L’aggressione alle terre non controllate si rivelerà in conclusione, un estremo azzardo di un apparato ormai morente e destinato a collassare sotto il peso delle proprie bugie.
Condividi questo libro
Recensioni e articoli
Non ci sono ancora recensioni o articoli