All'orizzonte cantano le cascate. E le navi ballano sul filo, dalla via del sale a Capo Horn

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All'orizzonte cantano le cascate. E le navi ballano sul filo, dalla via del sale a Capo Horn
Autore
Teresio Asola Teresio Asola
Pubblicazione
30/05/2013
Categorie
Londra, 2005. Fra i volumi di seconda mano di una libreria a Charing Cross affiorano due tesori. La gustosa lettera di fine '800 di un contadino di Langa che narra di Onorino (giovane piemontese salito in Inghilterra per vedere Mazzini e poi salpato per l'America), e il coevo manoscritto di Dave MacAuslin nel quale s'intrecciano le vicende dello stesso Onorino, l'urgenza di raccontare di una madre che muore e la distaccata amarezza di un figlio il cui padre, Larry, da sempre vaga per il mondo alla ricerca di sé. Una storia che si dipana tra odori di tempeste oceaniche e di aria 'd marin di Langa, misteri e passioni, indispensabili fughe, eterne attese, ineffabili sorprese e imprevedibili incontri.

Teresio Asola Commento dell'autore

Una mamma a un passo dalla morte legge ai due figli e alla sorella le avventure del marito Larry (carpentiere navale inglese partito per l’America e fino ad allora mai più tornato) grazie al diario speditole dall’Alaska da Onorino, amico langarolo del marito mai più visto. 

Larry, giovane carpentiere navale in procinto di salpare per l’Australia a trentasei anni, nel 1846 bordo di una nave di galeotti, incontra il vecchio nostromo Brett e, affascinato dai suoi racconti e dal quaderno del vecchio Brett che riporta il viaggio nel 1829 sulla nave Sesostris in navigazione verso l’Africa, i mari del Sud e l’Oriente, decide di scrivere a sua volta. Il suo diario lo accompagna fino all’inverno del 1881, quando la pagina s’interrompe di colpo, macchiata misteriosamente di sangue e di un indecifrabile ghirigoro. Questo volume, recapitato alla moglie in Inghilterra dall’Alaska grazie all’amico piemontese, Onorino, letto dalla moglie Mary sul letto di morte ai figli, diventa occasione per uno dei figli, Dave, di raccogliere il testimone e confezionare un libro.

Romanzo storico e saga familiare, nella cornice della Rivoluzione Industriale inglese, della carestia in Irlanda, della migrazione americana, della frontiera e del Risorgimento, fra l’aria ‘d marin di Langa e tempeste oceaniche, pirati e testeviroire, Salgàri e Melville fra gli ispiratori. Due sono i protagonisti principali della vicenda,trasferita dalla madre ai figli: Onorino, il contadino di Langa desideroso d’incontrare Mazzini a Londra, e Larry, il carpentiere navale salpato nel 1846 per l’Australia per tornare definitivamente solo 36 anni dopo, nel 1882, a funerale della moglie appena celebrato.Di Larry, per tutti quegli anni solo poche lettere e il volume Ballate Liriche di Wordsworth e Coleridge, portato da Larry dopo il primo viaggio, regalatogli a sua volta dal galeotto pittore norvegese Knud.

I due, il langhetto Onorino e l’inglese Larry s’incontrano nel Devon e nell’inverno del ‘49 s’imbarcano per l’America, dove trovano lavoro nella fabbrica di candele di Meucci a Staten Island, e con esso il Risorgimento italiano, mescolato alla storia degli Stati Uniti d’America. A New York il marinaio Giuseppe Garibaldi freme per un imbarco. L’inglese e l'amico piemontese osservano il loro personale Risorgimento, da un’angolazione particolare. Un Risorgimento visto attraverso gli occhi e le parole dell’inglese, del langhetto di Roddino, di esuli in camicia rossa a New York e di un passionale Garibaldi nei travagli seguiti alla morte della sua Anita. 

Dopo un viaggio per mare che porta Larry fino in Cina con Garibaldi passando per Capo Horn, i due affrontano il grande Ovest della frontiera, dove - venticinque anni dopo New York - s’imbattono ancora nel Risorgimento e nella vecchia Italia, questa volta fra Wyoming e North Dakota, attraverso i racconti dei soldati del Settimo Cavalleggeri emigrati dall’Italia, al servizio del perdente Custer invece che del vincente Garibaldi: Giovanni Martini detto John Martin, trombettiere del Reggimento, unico sopravvissuto di Little Bighorn, Moretto Conte Di Rudio, tenente del 7° Cavalleggeri, Luigi Agostino Devoto, Giovanni Casella, Raffaele Gianfranchi e Frank Lombardi, soldati del Settimo, Felix Vinatieri di Torino, direttore della fanfara delle giubbe blu. Essi raccontano attorno al fuoco dopo la battaglia di Little Bighornle loro esperienze nelle guerre risorgimentali. Ognuno di loro ha una memoria, un ricordo da condividere con Onorino il langhetto e l’inglese Larry: un episodio di una guerra d’indipendenza o della spedizione dei Mille.

Questi intrecci storici fanno da cornice alla vicenda del figlio che attende il padre per decenni, e della madre che muore raccontando la storia letta dal diario del marito mai più incontrato, prima della sorpresa finale, strettamente legata al tema del ritorno, del ritrovarsi, del riacciuffare le radici dopo il necessario migrare. Perché migrare è necessario: Garibaldi non sarebbe stato Garibaldi se non avesse navigato fin da ragazzino affrontando pirati e marosi e parlando il petit mauresque, la lingua franca dei lupi di mare del Mediterraneo; e anche Larry non sarebbe stato lui, se per oltre trentacinque anni non avesse vagato per il mondo alla ricerca di se stesso. Si deve migrare e maturare esperienze prima di tornare. Perché è necessario tornare, fisicamente o grazie alla scrittura di memorie. Larry, il protagonista, è tornato in entrambi i modi. 

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Teresio Asola

Rassegna stampa su "All'orizzonte cantano le cascate"Teresio Asola

"...bel libro di cui ho molto apprezzato e ammirato il felice connubio fra storia e invenzione. E' opera ricca e colta, e tuttavia scritta con mano leggera che nasconde assai bene il grande lavoro di ricerca su cui è fondata." (Prof. Mariantonietta Cerutti, ex Preside di Lettere e Filosofia di Univ. Piem. Orientale) "...il suo libro, molto bello, è qui con me. E sono felice, dopo averlo letto, di tenerlo. Merita e stramerita. Avvincente, passionale, sorprendente. Grazie di averlo scritto. Spero di farne menzione sul Corriere. Fabio Cavalera, corrispondente da Londra del "Corriere della Sera" "...un gran romanzo... Una storia appassionante, giocata fra R.L. Stevenson e Melville, i pirati e Giuseppe Garibaldi, il Settimo Cavalleggeri al Little Bighorn e gli odori ventosi delle Langhe". Novelli Massimo, "Repubblica" "E' un bel romanzo epico, che ricorda certi volumi d'avventura dell'800...è un viaggio intenso che ricorda certe atmosfere salgariane ma anche l'epopea del Moby Dick di Melville. Si passa da Bombay ai mari australi, dalle Americhe alla Cina a Capo Horn, per un affascinante giro del mondo letterario all'insegna dell'avventura" Enzo Armando, "La Stampa" Leggi tutta la recensione

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