DAL VOLTURNO AL MACERONE
- Autore
- Giovanni Pede
- Pubblicazione
- 01/01/2020
prospettive: ricreare e proporre materiali che completino, arricchiscano, riequilibrino quanto
già sappiamo o ripropongano, secondo originali visuali, interpretazioni che il tempo o le
ragioni di parte hanno cristallizzato e svuotato di fermenti significativi.
Dal Volturno al Macerone è una prova convincente di come si possa percorrere positivamente
l’una e l’altra strada, partendo da una chiave efficace e di grande momento: la centralità del
territorio.
Nel partecipato racconto delle cruciali settimane che precedettero il referendum che sancì
«L’Italia una e indivisibile», il discosto Molise riceve un fascio di luce come raramente gli è
accaduto nella sua storia moderna. Il suo territorio diventa lo scenario di eventi militari e
sociali che ebbero un peso notevole nel determinare l’esito finale della resistenza borbonica
alla rivoluzione garibaldina e all’invasione dell’esercito piemontese.
Nello stesso tempo, la sua società diventa la rappresentazione paradigmatica della
profonda frattura che si determina nella transizione unitaria tra ceti rurali e componenti
tradizionalistiche da un lato e borghesia liberale per convinzione o per opportunistico
allineamento dall’altro.
Una frattura che sia pure con tensioni meno drammatiche di quelle risorgimentali è destinata
a durare nel tempo e a condizionare vicende ed egemonie politiche future.
Condividi questo libro
Recensioni e articoli
L'ultima battaglia di Francesco II — Giovanni Pede
Nel libro si ricostruiscono non solo le vicende belliche ma anche quelle politiche nella zona tra Molise Campania ed Abruzzo nei 45 giorni dei combattimenti tra truppe garibaldine e le truppe borboniche nell'ottobre 1860. Il libro è stato recensito dal Corriere della Sera (link) https://lanostrastoria.corriere.it/2020/06/11/lultima-battaglia-di-francesco-ii-di-borbone/ da cui si riporta di seguito un passaggio interessante: "Pede fa precedere la narrazione degli avvenimenti del Volturno da un antefatto: il racconto della partecipazione dei volontari napoletani alla prima Guerra d’indipendenza e della crisi del governo costituzionale di Napoli del 1848-49. In tal modo, osserva Pinto, l’autore introduce la ragione principale della fine del Regno meridionale: “l’incapacità del Borbone di accettare la modernizzazione politica e di integrare l’opposizione e l’insofferente autonomismo siciliano attraverso le istituzioni rappresentative che marcarono tutta la storia del XIX secolo”. Queste ragioni spiegano, dunque, la concatenazione degli eventi che portarono alla campagna del settembre-ottobre 1860. La coraggiosa decisione di resistere e, se possibile, di passare al contrattacco, da parte dello stato maggiore di Francesco II, determinò fatalmente il riaccendersi del conflitto civile tra sostenitori e avversari del nuovo corso nelle regioni di confine degli Abruzzi e del Molise. Anche qui, come dovunque nel Mezzogiorno, il cambio di regime era stato inizialmente agevole e indolore: vecchi liberali, giovani radicali e autonomisti divenuti unitari erano riusciti a condurre con una certa facilità le autorità locali nel campo unitario. Questa volta, però, i partigiani del Borbone, appoggiandosi al governo di Gaeta e al confine pontificio, diedero vita a un tentativo di controrivoluzione popolare. Parallelamente alla sollevazione dei civili, si dipanarono le vicende degli eserciti regolari. Pede rievoca nel dettaglio le operazioni dei borbonici e dei loro avversari durante la battaglia del Volturno, ricordando anche particolari meno conosciuti, come l’apporto recato dai volontari della Legione del Matese alle schiere garibaldine. L’autore, annota ancora Pinto, racconta la battaglia come uno scontro epico, all’interno di una storia intensa e drammatica, nell’intento di rendere omaggio a tutti coloro che parteciparono al dramma. Ma in realtà stava prendendo corpo qualcosa di assai poco cavalleresco: “le premesse del brigantaggio politico”. Il libro di Giovanni Pede prosegue poi nel ricostruire minuziosamente la battaglia sul Volturno dove si misero in luce sia il coraggio delle truppe borboniche e garibaldine, sia le capacità tattiche difensive di Garibaldi." Leggi tutta la recensione
Giovanni Pede https://www.facebook.com/pietro.nigro.35/posts/3352539428209095
Giovanni Pede Lettera aperta di un amico di FB
Registrati o Accedi per commentare.
Altri libri di Giovanni Pede
Trasporti terrestri ed energia di Giovanni Pede
Il testo è indirizzato ai docenti, agli studenti e in generale ai partecipanti dei corsi formazione professionale, di laurea e laurea magistrale in Ingegneria, di Master e di Dottorato di Ricerca coinvolti nello studio delle discipline sui Sistemi di Trasporto, nella fattispecie nella progettazione, esercizio e gestione dei trasporti, con particolare attenzione allâinnovazione tecnologica e ...