Trilli: Riflessioni di una gatta in degenza

Taglia piccola, all’apparenza due anni di età, pelo corto di tre colori e una “mascherina” sul musetto a dividerlo in due metà perfette. Trilli, micia dagli occhi azzurri, è rimasta in degenza nell’ambulatorio veterinario dell’autore per diverse settimane. Questa è la sua storia. Nel periodo trascorso in ambulatorio, la gatta ha avuto modo di conoscere tanti quattro zampe: una cagna da caccia, una gatta randagia, un cane guida per non vedenti, tre gattini abbandonati, un gatto da esposizione e altri ancora. L’empatia con alcuni di loro è stata immediata, con altri un po’ più lenta. Mentre Trilli guardava quel mondo per lei insolito, l’autore osservava lei, il suo linguaggio non verbale, il suo modo di comunicare e reagire agli incontri. Bastava poco per capire che su ogni novità Trilli rifletteva. Il suo sguardo soppesava e “decifrava”, in un battito di ciglia, ogni nuovo arrivato. E il giudizio di un gatto è insindacabile: diceva Ernest Hemingway, «Gli esseri umani, per una ragione o per l’altra, quasi sempre riescono a nascondere i propri sentimenti. I gatti no». Di situazione in situazione, tra ipotetici pensieri della micia e spunti di riflessione validi per tutti, una storia d’amore per il mondo felino.

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