#GAMERLOVE

Alexis Allegri è un pro-gamer, i videogiochi sono il suo pane quotidiano. Sta lavorando a un nuovo importantissimo progetto e ha bisogno di un’assistente, una persona affidabile ed efficiente. Quando scopre che Arya Lorenzi è disoccupata, decide di farle una proposta.
Certo, tra i due non scorre buon sangue. Certo, ogni volta che interagiscono va sempre a finire male. Certo, quando era un ragazzino aveva una cotta per lei, ma l’ha superata. Per fortuna.
Diciamo che la tipa in questione è un tantino… pericolosa.
Pericolosa, ma affidabile: la candidata ideale.
Arya ha un disperato bisogno di un impiego e quando Alexis, il migliore amico di suo fratello, uno sfigato che si guadagna da vivere giocando a videogiochi, le offre il ruolo di assistente personale… Be’, ovviamente accetta.
Cosa non si farebbe per il vile denaro?
In fondo, le bollette non si pagano da sole. In fondo, basterà mantenere le distanze. In fondo, Alexis avrà sicuramente superato quella stupida ossessione che nutriva nei suoi confronti e lei non sarà più costretta a malmenarlo come in passato.
Cosa potrebbe andare storto?
Tutto. Semplicemente tutto!
O forse no?
La sfida è stata lanciata, i giocatori sono in posizione, la partita è appena iniziata… Chi la spunterà?

Tossisco. Tossisco ancora. Tossisco con enfasi. Tossisco finché Arya non si decide a degnarmi di uno sguardo.
«Magari è la volta buona che si strozza» mormora.
No, non ho un udito sopra la norma, ho solo sentito quello che la Pazza desiderava farmi ascoltare.
Ignoro la sua battuta poco lusinghiera e seguo il copione. «Non mi sento» altro colpo di tosse a effetto «bene».
«Vuoi una pastiglia?» domanda, abbandonando la parte dell’assistente personale che dà del lei al proprio capo.
«Sto per morire» continuo.
«Che ti senti?» mi chiede per nulla interessata.
«Sto per morire, questo mi sento».
«Non darmi false speranze, ti prego!»
Mi mordo la lingua per non risponderle a tono e continuo a interpretare il ruolo del malato. «Mi gira la testa, mi fa male la caviglia, mi formicola il braccio, ho i crampi allo stomaco…»
«In effetti stai per morire, confermo. Anzi, con tutti questi malanni, mi sorprende che respiri ancora».
«Scherza. Scherza pure. Quando non ci sarò più, saranno i sensi di colpa a punirti al posto mio». Sto esagerando? Non era mia intenzione arrivare a tanto, ma lei non fa altro che sminuire i miei sintomi.

…

«Mi trovo in questo stato per averti salvato la vita e tu, che sei in debito con me, vuoi lasciarmi solo per andare a divertirti».
«Respira, Arya» consiglia a se stessa. Chiude gli occhi e si prodiga in un esercizio di respirazione. «Respira, Arya. Respira e calmati. Respira e non commettere sciocchezze».
«Brava, respira e non commettere sciocchezze, tipo presentarti a quest’appuntamento che…»
«Non puoi dirmi cosa devo o meno fare!» sbotta. «Non posso crederci, hai finto di stare male per approfittarti della mia bontà!»
«Ho fatto tutto questo per impedirti di commettere un errore». Sì, ho una bella faccia tosta e ne vado fiero.
Arya inspira ed espira un paio di volte, probabilmente per tenere sotto controllo la furia che minaccia di sopraffarla. «Buon weekend, capo» mi saluta e mi dà le spalle.
Non così in fretta. «Signorina Lorenzi!» la richiamo, prima che si allontani troppo.
«Mi dica» si volta, abbagliandomi con un sorriso fasullo.
«Un’ultima parola…» Faccio una pausa a effetto mentre lei mi scruta in attesa. «Bonus» pronuncio con studiata lentezza.