COLLINE IN CENERE

Prefazione



Non me ne fotte un cazzo, che non sia elegante iniziare un libro con "non me ne fotte un cazzo”. Così scrivendo sono sicuro di aver fatto fuori subito gli esponenti del nuovo puritanesimo, mentre il lettore pigro si sarà già perso leggendo "Prefazione” e così in parte avrò scelto il lettore. La storia in questo romanzo, fatto di sesso e distruzione, si divide in tre parti: Il "Prima dell'Apocalisse”, una sorta di biografia anche ironica del personaggio, che innesca la seconda parte, quella "dell'Apocalisse” riguardante di più la fantascienza e infine la terza parte, ”Incubus”, Horror psicologica. Il tutto è accompagnato da illustrazioni. Il protagonista è un morfinomane, pervertito, sessista, ma brillante fisico teorico che scriverebbe la prefazione così:

Basta con il "c'era una volta”. Chi c'era una volta? Il figlio di uno sconosciuto che si scopre Re. Una principessa seduta sopra sette materassi. Un pisello sotto sette materassi. Zidane che stende Materazzi. Il Mondo nuovo. L'America scritta con la "K”. Le cose prive di nome che per citarle bisognava indicarle col dito. I pugni di Muhammad Ali. Il calcio senza soldi, senza doping e senza antidoping. Un lupo e un agnello. American Pie. Le serenate al chiaro di luna. La guerra. Il punto e virgola. Un vampiro omosessuale e vegano. Tua nonna, che si ribaltava nei campi con l'uomo del monte. Un burattino di legno e i trucioli che lasciava in bagno, chi più ne ha, ne metta. Io voglio essere libero dal c'era una volta. Voglio essere libero, di dire che non mi fotte un cazzo dei bambini e delle loro manine sbavate e appiccicose, dei loro rumori e dei loro capricci. Voglio essere libero, di dire che mi fanno schifo i genitori "moderni”. Quelli incapaci di educare i figli, che pur di non sentirli frignare si trasformano in maggiordomi e bancomat viventi. Quelli che, quando il figlio adolescente e strafatto, citofona a casa vomitando a spruzzo, dicono "Poverino, ti è venuta l'influenza?”. Voglio essere libero, di arraparmi nel vedere due lesbiche limonare e nello stesso tempo voglio essere libero, di rimanermene sbalordito scoprendo che un mio compagno di scuola è oggi un omosessuale dichiarato. Voglio essere libero, nello scrivere cose leggere e poi di colpo parlare di cadaveri stuprati e follie varie, trascinando il lettore in un purgatorio, in un riflesso distorto della psiche umana. Voglio essere libero, dal correttore automatico che mi dice di sostituire "American Pie” con "crostata” o "fottersene” con "imbrogliare”. Voglio essere libero di non descrivermi mai esteticamente e di ambientare tutto in non luoghi per lasciarvi liberi di fantasticare, come foste in un videogioco di ruolo, seminando qua e là delle illustrazioni come indizio o come depistaggio. Voglio essere libero, di raccontare questa storia. Chi volesse leggerla, lo faccia. Mostrerà di essere una persona aperta e intelligentemente curiosa. Chi non volesse leggere oltre questa pagina, può tranquillamente andare a farsi fottere allo zoo da una scimmietta nana urlatrice, purché lo trovi più appagante. Dimostrerà lo stesso, di essere una persona aperta e curiosa, solo in un'altra zona del corpo (Questo è solo per fare un po' di "Captatio Benevolentiae”). Dimenticavo di dire che io la sensazione di libertà l'ho provata tre volte nella vita. Quando mi sedetti sopra una sedia posta in cima a un cumulo di cenere e macerie, che svettavano sul mondo da me creato, fatto anch'esso di cenere e macerie; quando scappai da Adler e quando mi trovai davanti a Uznemiri, il Tribolatore, di cui racconterò nella parte Incubus della storia a quei lettori non pigri e coraggiosi che arriveranno fino in fondo. Per sapere di cosa sto parlando, non vi resta che leggere questo e-book fino all'ultima pagina, … Buona Lettura e benvenuti nella mente di un pazzo.



In questo e-book sono presenti

Sesso - Violenza - Droga - Linguaggio esplicito - Età consigliata 18+

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