Le iconiche chitarre di Prince

La genialità e l’estro di Prince si sono spesso riflessi anche sulle chitarre che ha suonato, considerate delle vere e proprie opere d’arte. Una ricerca durata diversi anni e diventata una completa retrospettiva, nata dalla passione per un artista che ha cambiato l’immaginario musicale dell’epoca moderna. Interviste esclusive a Jerry Auerswald e Simon Farmer hanno aiutato a far luce sulla storia di questi meravigliosi oggetti di liuteria con aneddoti curiosi e coinvolgenti.
L’idea di fare un saggio sulle chitarre di Prince è nata tantissimi anni fa, seguendo con grande passione le gesta di questo geniale artista dai mille volti: estro che si è spesso riflesso anche sugli strumenti che ha suonato, considerati delle vere e proprie opere d’arte.
La curiosità mi ha spinto a fare una ricerca che è durata diversi anni e che nel tempo è diventata una completa e poetica retrospettiva, nata dalla passione per un artista che ha cambiato l’immaginario musicale della nostra epoca.
In questo racconto (sicuramente più antologico che tecnico) ho voluto trovare una risposta a domande come:
Quali sono le chitarre che ha suonato Prince?
Perché hanno delle forme stravaganti?
È vera la leggenda secondo la quale una di queste chitarre gli è stata donata da una principessa?
Perché la sera del 14 aprile 2016, pochi giorni prima della sua prematura scomparsa, Prince presentò al mondo la GUS Purple Special dai contorni dorati?
Ho cercato di dare una risposta a queste e altre domande nelle pagine del libro “Le iconiche chitarre di Prince”, sperando di fare cosa gradita a tutti gli appassionati che, come me, sono sempre stati incuriositi da questi dettagli.

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Rudy Giorgio Panizzi

Prince, di lui rimane la sua musica, la sua immagine e “Le iconiche chitarre di Prince” di Rudy Giorgio PanizziRudy Giorgio Panizzi

Era il 21 aprile 2016 quando arrivò la notizia della sua morte. Il “folletto di Minneapolis”, com’è stato soprannominato, è morto in circostanze mai chiarite nella sua casa di Minneapolis. Lui, Prince Roger Nelson, in arte Prince ma che negli anni ha utilizzato, sia per motivi contrattuali sia artistici, nomi come The Artist, sigle come TAFKAP, acronimo di “The Artist Formerly Known As Prince”) o persino un simbolo impronunciabile, incrocio fra il simbolo del maschile e del femminile e noto ai fan come Love Symbol, ha avuto gli ultimi grandi titoli sulle prime pagine dei giornali. Di lui rimane la sua musica, senza dubbio, la sua immagine, costruita e calibrata nel tempo, e le sue chitarre. E proprio la sua genialità e il suo estro si sono spesso riflessi anche sulle chitarre che ha suonato, considerate delle vere e proprie opere d’arte. Un argomento che ha appassionato Rudy Giorgio Panizzi, torinese, in servizio presso la Polizia Scientifica come esperto nell’analisi di impronte digitali. Grande appassionato di Prince, a lui ha dedicato altri due libri, “Prince – A volte nevica in aprile” e “Prince – Il segno dei miei tempi”, coniuga la sua passione e la sua professione affrontando un tema specifico, concentrando la sua ricerca sugli strumenti utilizzati dal musicista, quasi “impronta digitale” dell’artista. Senza ombra di dubbio si tratta di un tema che, da un lato, interessa in modo particolarmente chi ama gli strumenti musicali, e dall’altro, i fan di Prince. Un lavoro non per tutti, tanto da poter essere definito di nicchia ma, al contempo, un’analisi dell’estro di Prince che si è spesso riflesso sugli strumenti che ha suonato, considerati delle vere e proprie opere d’arte, oltre che delle naturali estensioni della sua creatività, della sua personalità e della sua ambiguità. La sera del 14 aprile 2016, pochi giorni prima della sua prematura scomparsa, Prince presentò al mondo la GUS Purple Special, una chitarra dai contorni dorati realizzata per lui da Simon Farmer, la sua ultima chitarra, quella che non riuscì mai a suonare. Il libro è arricchito da disegni e fotografie ma è altrettanto ricco di particolari inediti e contiene le interviste a Jerry Auerswald, il liutaio che ha costruito la chitarra “Love Symbol”, e Simon Farmer, che hanno aiutato a far luce sulla storia di questi meravigliosi oggetti di liuteria anche grazie ad aneddoti curiosi e coinvolgenti. Ricorderemo Prince per le sue chitarre? No, lo ricorderemo per la sua musica, per quella sua capacità di dedicarsi a composizione, arrangiamento, produzione, canto ed esecuzione dei suoi lavori spesso in totale autonomia. Lo ricorderemo anche per la sua attività pionieristica sia in campo musicale sia commerciale, tra i primi a sfruttare Internet per la promozione e la vendita online sul suo sito web. Roberto Greco Leggi tutta la recensione

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Rudy Giorgio Panizzi

Rockol - LE ICONICHE CHITARRE DI PRINCE - Prince, gli strumenti che suonavaRudy Giorgio Panizzi

L'autore, torinese, lavora presso la Polizia Scientifica come esperto nella analisi delle impronte digitali. Ma è un grande appassionato di Prince, al quale ha già dedicato altri due libri ("Prince - A volte nevica in aprile" e "Prince - Il segno dei miei tempi"). Qui affronta un tema "verticale", concentrando la sua ricerca sugli strumenti utilizzati dal musicista. Evidentemente un tema specifico può interessare particolarmente chi si interessa di strumenti musicali, e in subordine i fan di Prince; il che fa di questo libro un lavoro, diciamo così, "di nicchia". Ma l'autore ha approfondito in maniera molto accurata l'argomento, accompagnando lo scritto con disegni e fotografie, arricchendolo con aneddoti e intervistando Jerry Auerswald (colui che ha costruito la chitarra "Love Symbol") e Simon Farmer (che ha realizzato l'ultima chitarra commissionata da Prince, che però da lui non fu mai usata perché morì prima di poterlo fare). Il risultato è interessante e la lettura piacevole. Franco Zanetti Leggi tutta la recensione

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