IL FILO
- Autore
- Maria Patrizia Annavini
- Pubblicazione
- 12/08/2020
- Categorie
E io, quasi quasi, stavo per saperlo, ma…
Quando alcuni anni fa il mio cuore, inaspettatamente, si fermò, i miei soccorritori penarono tanto per riportarmi in vita, ma dichiararono scoraggiati che oramai… No, non c’era più niente da fare.
Invece, senza mai sapere dopo quanto, il mio cuore spento si riaccese e riprese a battere e, dopo due giorni di coma farmacologico, ritornai a… vivere… Vivere appieno!
Questo evento di discesa e ritorno dagli inferi è sempre rimasto un interrogativo in fondo ai miei pensieri; e non mi sono mai meravigliata quando qualcuno, interessato a questo viaggio, mi ha chiesto: che cosa hai visto?
Sinceramente, non ho niente di preciso da ricordare se non il buio dell’incoscienza; eppure, dopo qualche tempo ho sentito la necessità di scrivere una storia che si svolge in un tempo molto, molto indietro. Un tempo lontano, quasi mitico... per arrivare in un luogo dove soggiornano coloro che sono stati e non sono più.
Euchero, il protagonista della vicenda, è un giovane che scopre, casualmente per un’invettiva del fratello, di essere stato adottato
Una smania irrefrenabile lo spinge a ricercare il nome e la storia della sua vera madre: colei che, morendo, lo aveva abbandonato tra le braccia di una donna generosa, che si era presa amorevolmente cura lui.
Pur di incontrare in qualche modo sua madre, Euchero si fa ingaggiare come marinaio e, dalla sua isola natia, inizia un lungo viaggio che lo porterà qua e là nel Mediterraneo e non solo.
Proprio come accade ad Ulisse che viaggia per tornare nella sua isola natia, anche Euchero, in ogni meta del suo strano percorso, in-contra personaggi mitici: il Sole, Medea, Aristeo e Dedalo.
Il loro aiuto sarà fondamentale per risalire all’identità della sua vera madre: una giovane donna che, dopo la fuga con l’uomo di cui si era innamorata, viene da questi abbandonata incinta proprio sull’isola di Euchero.
E ancora come Ulisse, Euchero entrerà nel “MONDO DEI MORTI “per poter rivedere la madre.
A differenza delle ombre omeriche, che si tengono in vita bevendo sangue di animale, le anime di quel MONDO dormono in attesa di tornare ad una nuova esistenza.
Mentre Ulisse, quale eroe, viaggia da solo, Euchero viene accompagnato da Delphine, una maga che è in possesso di miracolosi saperi e poteri e rappresenta un “ponte” tra il mondo terreno e quello ultraterreno.
Nell’antichità ogni problema, anche quello psicologico, quale il rimpianto per una madre sconosciuta, poteva essere risolto solo da qualcuno che avesse la capacità ed i mezzi per affrontare un “VIAGGIO ULTRATERRENO” ed entrare così in contatto con enti soprannaturali.
Quanto Euchero ha visto e sentito è stato solo un sogno? Oppure un viaggio in un mondo che è fuori, ma anche dentro noi? O invece è una realtà più profonda di quanto si pone sotto i nostri occhi nel seguirsi dei giorni?
CHI MAI PUÒ SAPERLO!
Credere che la sola realtà sia quella che vediamo e viviamo ogni giorno è un’ingenua illusione.
William Shakespeare affermava: Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni e la nostra piccola vita è circondata dal sonno. E Calderon de La Barca ribadiva: L’intera esistenza è sogno.
Nella nostra breve vita abbiamo una sola certezza: l’amore di e per nostra madre. E solo quell’amore dà senso e fondamento alla nostra breve esistenza.
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