In una poesia intitolata Spiragli, e posta in calce al volume che avete tra le mani, Vincenzo Cardarelli prova a raccontare cosa colpisce il suo occhio di poeta e dichiara di «levare la testa» verso quei ricordi che nel riaffiorare appaiono nitidi, fedeli, tanto da doversi incitare con un «coraggio, guardiamo» per poterli affrontare. Con lo stesso spirito Giuseppe Marotta nel 1953 dà alle stampe il suo Coraggio, guardiamo: un viaggio tra Napoli, Roma, Genova, Milano e altre città d’Italia a metà tra diario, reportage, racconto di cronaca e divertissement narrativo. Tutto in questo libro di Marotta concorre a definire lo sguardo di uno scrittore che osserva i resti del suo paese, lascia una testimonianza dei suoi giorni e al contempo forma la propria coscienza artistica, mettendo al vaglio tradizioni, costumi, vizi, virtù e storture. Così, dal mare, il vento, i vicoli di Genova si passa al ricordo di amori giovanili a Napoli, alle turbolente storie di donne e uomini che si incontrano per le nostre città, fino a un’improbabile fiera dei sentimenti. Un affresco, quello del giornalista napoletano, che, come nella poesia di Cardarelli, si pone il compito di osservare senza fronzoli ciò che si pone sotto lo sguardo dello scrittore e raccontarlo fedelmente.
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