Il femminile e la sua potenza di fuoco. La sua bellezza, la sua forza, la sua luce. Donne che prendono la parola per l’ultima volta e dicono di sé, senza diritto di replica. Donne come Dora Maar, Amelia Rosselli, Carol Rama, Maria Lai, Lisetta Carmi e molte altre, dal Novecento fino ai nostri giorni, fino alla guerra. Dare loro la voce, dice De Gregorio, ; “una declinazione del mio bisogno, curiosità, sete esistenziale dedicate sin da ragazza alle grandi storie ispiratrici. Lì cercavo e cerco ancora le risposte fondamentali a domande come ‘perché dovremmo restare al mondo? Qual è la forza che ci tiene sulla terra?’, tipiche di quando sei adolescente e senti tutto contro di te. Allora mi sono messa sulle tracce di chi poteva darmi risposte”. Ciascuna di queste donne si fa avanti durante il proprio funerale per pronunciare un’orazione che è anche una invettiva, parole incendiate di passione ma anche di rabbia per la marginalità a cui la storia le ha relegate – Dora è la musa di Picasso, Amelia l’amica di Pasolini e la figlia di Carlo, Carol l’amica di Warhol… sono sempre qualcosa di qualcuno, di un uomo. Concita De Gregorio ha portato a teatro, rappresentando lei stessa, alcuni di questi soliloqui. In questo libro aggiunge molte altre storie rispetto a quelle incarnate nello spettacolo teatrale, nell’intento di rispondere con la voce di queste donne alla domanda oggi più scottante: dov’è finita l’umanità?
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