Un altro avvincente giallo della coppia Guccini-Macchiavelli con l’Appennino emiliano sullo sfondo e il loro tipico mix di suspense e tradizioni popolari.
Appennino emiliano, 1970. Un ragazzo e una ragazza corrono nel bosco: indossano eskimo e clarks, hanno una macchina fotografica e un mitra. A inseguirli, uomini armati di Kalashnikov.
Nella quiete della Ca’ Rossa, l’ex maresciallo Santovito sente delle raffiche di mitra. Non è la prima volta che accade sul monte Spungone, e ultimamente la pace di quei luoghi è turbata da altri strani accadimenti.
Inoltre Santovito è sicuro che qualcuno lo stia spiando da tempo. Forse è Sotgiu, un pastore sardo che vive con il suo gregge in un rudere isolato. Oppure potrebbe essere Santissimo, un vecchio alcolizzato col vizio di molestare le donne che incontra.
Mentre sopraggiunge la notte, una jeep militare appartenuta ai soldati americani durante la Seconda guerra mondiale si ferma davanti all’ospedale del paese, scarica un uomo gravemente ferito e riparte a tutta velocità. Il malcapitato muore poco dopo senza che si sappia niente di lui. Non ha documenti addosso, solo una tuta mimetica e pesanti stivali da parà.
Pur essendo in pensione, Santovito si sente in dovere di indagare, per scoprire se tra i due avvenimenti possa esserci un legame.
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