Nonostante la mia età già avanzata e a dispetto del fatto che la mia vita si sia rivelata un’entusiasmante sequenza di molteplici gratificazioni e disastri, confesso di non avere mai potuto godere dell’opportunità di fare visita ad un postribolo o di fidanzarmi o di unirmi in cosciente, spericolato matrimonio con una prostituta: tipologia di donna alla quale va comunque riconosciuto – come insegna la storia - un innegabile se non fondamentale ruolo sociale e politico.
Manchevolezze, queste, che tuttavia, in un afoso giorno d’estate di qualche anno fa, non hanno impedito al sottoscritto - rifugiatosi in una chiesa secentesca conficcata nell’umido cuore del centro storico di una città italiana di mare di medie dimensioni dal profilo culturale ed economico perennemente abbozzato - di imbattersi in un’anziana Signora nell’atto di accendere una candela votiva. Una donna che – come seppi più tardi - ad un preciso punto della sua esistenza terrena, aveva scelto di dedicare sé stessa, con professionalità non disgiunta da una straordinaria passione, al meretricio. Mestiere intorno al quale la Signora in questione – spinta da una sorta di immediata, spontanea e inspiegabile simpatia nei miei confronti – volle in seguito illuminarmi, offrendomi in dono un robusto ma pasticciato manoscritto contenente la sua stessa autobiografia. Regalo che la munifica donna mi concesse a condizione che io mi impegnassi a conferire ad esso una forma comprensibile, consegnandolo – una volta che ella fosse passata a miglior vita - ad un editore disposto a pubblicarlo. Onere che il sottoscritto, in quanto cronista per nulla aduso a moralismi o peggio ancora succube di falsi e tediosi artifici intellettuali politicamente corretti, ha accettato di portare a compimento, risistemando, pur senza intromissioni o manomissioni alcuna, questa memoria. E tutto ciò in maniera tale che la grezza ma verace schiettezza della sua trama rimanesse il più possibile intonsa, conferendo alla rara, squisita - ma forse per taluni oscena - opera tutta quella dignità e quei significati che essa sicuramente merita e contiene.
Un’ultima annotazione. L’autobiografia contenuta in questo libro altro non rappresenta che una sorta di inedito, esclusivo testamento affidato al solo equo giudizio della storia e dei posteri. Posto naturalmente che un qualche Dio abbia effettivamente concesso loro l’autorità di esprimere valutazioni circa la vita e le scelte dei nostri simili.
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