LE NOZZE: COSTUMI E SUPERSTIZIONI DELL'APPENNINO MARCHIGIANO
- Autore
- Mariano Pallottini
- Curatore
- Mariano Pallottini
- Pubblicazione
- 01/09/2023
- Categorie
Le Nozze è un vivace racconto di Caterina Pigorini Beri che ci immerge nei coloriti costumi nuziali dell’Appennino Marchigiano di fine Ottocento.
Siamo in un piccolo borgo di montagna, con le sue usanze secolari e un forte senso di comunità. Quando il vedovo Raffaele decide di risposarsi con la giovane Mariantonia, suscitando le critiche e il biasimo del paese, ha inizio una divertente guerra di schermaglie e dispetti.
La notte che precede le nozze, i giovani del villaggio si radunano sotto la finestra degli sposi per la tradizionale “scampanata”. Fra schiamazzi e rumori improvvisati con secchi, campanacci e altri oggetti, manifestano il loro disappunto per quel matrimonio ineguale. La scampanata, pur bonaria, vuole marcare il dissenso verso le seconde nozze, ritenute una mancanza di rispetto verso il primo vincolo.
L’autrice, con toni umoristici, ci fa immergere nelle dinamiche sociali del paese, tra pettegolezzi di comari invidiose, l’orgoglio ferito dello sposo, le furberie di alcuni compaesani che soffiano sul fuoco. La narrazione è ricca di spunti antropologici e descrizioni dense di poesia, che fanno rivivere la ritualità contadina in tutto il suo fascino.
Quando l’autrice, persona di riguardo, esce di casa e si trova faccia a faccia con i protagonisti della scampanata, ha inizio un divertente gioco di scuse, finzioni e prudenti retromarce da ambo le parti. Alla fine, l’ordine sociale è ristabilito, ma sulla vicenda aleggia un velo di ambiguità.
Attraverso questo brillante bozzetto di genere, Caterina Pigorini Beri dimostra la sua abilità nel ritrarre i costumi del tempo con garbo e autenticità. Le scampanate si inserisce nel filone della letteratura etnografica e folclorica di fine Ottocento, che guardava con interesse al “popolo” come depositario di tradizioni. Un documento prezioso che fa luce su usanze altrimenti perdute. Un vivace affresco sociale inserito in una cornice di natura appenninica, qui descritta dall’autrice con tocchi lirici.
Uno squarcio divertente e malizioso sulla vita paesana, che diverte e fa sorridere, ma lascia intravedere anche dinamiche più profonde. Una lettura godibile, dal sapore antico: ideale per chi ama immergersi nelle tradizioni popolari italiane o è appassionato di cultura contadina e folclore locale.
Siamo in un piccolo borgo di montagna, con le sue usanze secolari e un forte senso di comunità. Quando il vedovo Raffaele decide di risposarsi con la giovane Mariantonia, suscitando le critiche e il biasimo del paese, ha inizio una divertente guerra di schermaglie e dispetti.
La notte che precede le nozze, i giovani del villaggio si radunano sotto la finestra degli sposi per la tradizionale “scampanata”. Fra schiamazzi e rumori improvvisati con secchi, campanacci e altri oggetti, manifestano il loro disappunto per quel matrimonio ineguale. La scampanata, pur bonaria, vuole marcare il dissenso verso le seconde nozze, ritenute una mancanza di rispetto verso il primo vincolo.
L’autrice, con toni umoristici, ci fa immergere nelle dinamiche sociali del paese, tra pettegolezzi di comari invidiose, l’orgoglio ferito dello sposo, le furberie di alcuni compaesani che soffiano sul fuoco. La narrazione è ricca di spunti antropologici e descrizioni dense di poesia, che fanno rivivere la ritualità contadina in tutto il suo fascino.
Quando l’autrice, persona di riguardo, esce di casa e si trova faccia a faccia con i protagonisti della scampanata, ha inizio un divertente gioco di scuse, finzioni e prudenti retromarce da ambo le parti. Alla fine, l’ordine sociale è ristabilito, ma sulla vicenda aleggia un velo di ambiguità.
Attraverso questo brillante bozzetto di genere, Caterina Pigorini Beri dimostra la sua abilità nel ritrarre i costumi del tempo con garbo e autenticità. Le scampanate si inserisce nel filone della letteratura etnografica e folclorica di fine Ottocento, che guardava con interesse al “popolo” come depositario di tradizioni. Un documento prezioso che fa luce su usanze altrimenti perdute. Un vivace affresco sociale inserito in una cornice di natura appenninica, qui descritta dall’autrice con tocchi lirici.
Uno squarcio divertente e malizioso sulla vita paesana, che diverte e fa sorridere, ma lascia intravedere anche dinamiche più profonde. Una lettura godibile, dal sapore antico: ideale per chi ama immergersi nelle tradizioni popolari italiane o è appassionato di cultura contadina e folclore locale.
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