Ben Tanaka è un trentenne cinico, meschino, presuntuoso e bugiardo. Ipercritico su ogni piccolo aspetto della vita quotidiana, sa essere facilone e superficiale solo davanti a un tema: la questione razziale. Ben è un asiatico-americano, ma si sente perfettamente inserito nella cultura del suo Paese. Del resto, vive a Berkeley, una delle città più progressiste della California, cuore storico del movimento hippie e roccaforte del Partito democratico fin dal 1960. Per lui il razzismo non esiste. O, perlomeno, non è un suo problema. Se non fosse che Ben ha una fissazione che proprio non riesce a nascondere: le ragazze occidentali, meglio se bionde e con gli occhi azzurri, anche se non ha mai avuto il coraggio di avvicinarne una. Quando Miko, la sua fidanzata di origini giapponesi, gli fa notare che i suoi gusti sessuali sono stati colonizzati dai media, lui nega con forza. E così, quello che sembrava l'ennesimo bisticcio da niente, si chiude con un'accusa dalle implicazioni profonde: sopraffatto dal desiderio di omologazione, Ben sta cercando di cancellare le proprie radici. In questa perla del fumetto d'autore contemporaneo, pubblicata in rivista tra il 2004 e il 2007, Adrian Tomine si destreggia con maestria tra i toni sferzanti della dark comedy e quelli più riflessivi e rivelatori della narrativa minimalista, offrendoci un'analisi onesta e irresistibile della mascolinità contemporanea.
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