PASOLINI, GENNARIELLO E LA RIVOLUZIONE: Volume primo, Per cominciare
- Autore
- Francesco De Maio
- Pubblicazione
- 15/10/2015
- Categorie
Con questo saggio voglio svelare, con consapevole presunzione, le chiavi interpretative del romanzo «Petrolio» di Pier Paolo Pasolini. Ovviamente posso farlo solo partendo dal suo «trattatello pedagogico», quello dedicato a «Gennariello», ideale ragazzo napoletano, e pubblicato in «Lettere luterane».
In questo primo capitolo, e anche in seguito, si affronta un argomento a lungo ignorato dalla cultura ufficiale. L’argomento riguarda la fondamentale e indispensabile relazione tra cultura «colta» e «popolare», e, nello specifico di questo primo capitolo, la relazione tra il filosofo e linguista Ludwig Wittgenstein e la Cultura Napoletana nel contesto dell'opera di Pier Paolo Pasolini.
Un’altra prerogativa del saggio, accompagnata con altrettanta presuntuosa consapevolezza, è quella di dimostrare che il romanzo «Petrolio» (ultimo romanzo postumo di Pasolini), considerato incompiuto, è, invece, un romanzo perfettamente finito, e non solo nella volontà del suo autore, ma soprattutto sotto il profilo letterario, e cioè sotto il profilo dell’unità formale del romanzo.
L’aspetto più velleitario del mio saggio è indubbiamente quello rivoluzionario, cioè quello di voler portare alla luce - da un punto di vista culturale e civile - la necessità di riscatto del «Sud del mondo», cominciando proprio lì dove Pasolini stesso fonda il suo romanzo Petrolio: a Napoli.
Ho voluto dare a questo saggio un carattere episodico - che non rinunci però ad una sua unità - ispirandomi a Petrolio, a Petronio (Satyricon), a Gennariello e, in ultimo, a «Live and opinion of Tristram Shandy gentlemen» di Laurence Sterne.
Pertanto questo libro mi impegnerà per alcuni decenni - almeno quattro spero - cioè per il resto della vita. Sempre, ovviamente, che la fonte della salute voglia essere generosa...
Buona lettura,
Francesco De Maio, 28/08/2015, London (UK)
In questo primo capitolo, e anche in seguito, si affronta un argomento a lungo ignorato dalla cultura ufficiale. L’argomento riguarda la fondamentale e indispensabile relazione tra cultura «colta» e «popolare», e, nello specifico di questo primo capitolo, la relazione tra il filosofo e linguista Ludwig Wittgenstein e la Cultura Napoletana nel contesto dell'opera di Pier Paolo Pasolini.
Un’altra prerogativa del saggio, accompagnata con altrettanta presuntuosa consapevolezza, è quella di dimostrare che il romanzo «Petrolio» (ultimo romanzo postumo di Pasolini), considerato incompiuto, è, invece, un romanzo perfettamente finito, e non solo nella volontà del suo autore, ma soprattutto sotto il profilo letterario, e cioè sotto il profilo dell’unità formale del romanzo.
L’aspetto più velleitario del mio saggio è indubbiamente quello rivoluzionario, cioè quello di voler portare alla luce - da un punto di vista culturale e civile - la necessità di riscatto del «Sud del mondo», cominciando proprio lì dove Pasolini stesso fonda il suo romanzo Petrolio: a Napoli.
Ho voluto dare a questo saggio un carattere episodico - che non rinunci però ad una sua unità - ispirandomi a Petrolio, a Petronio (Satyricon), a Gennariello e, in ultimo, a «Live and opinion of Tristram Shandy gentlemen» di Laurence Sterne.
Pertanto questo libro mi impegnerà per alcuni decenni - almeno quattro spero - cioè per il resto della vita. Sempre, ovviamente, che la fonte della salute voglia essere generosa...
Buona lettura,
Francesco De Maio, 28/08/2015, London (UK)
Condividi questo libro
Recensioni e articoli
Non ci sono ancora recensioni o articoli