D’amor Celeste Passione Ardente chiude la trilogia dopo “Il bar delle donne” e “Celeste cammina sulla luna”. I romanzi sono consequenziali e narrano le avventure, gli amori, le amicizie e alcuni piccoli grandi gialli che scompigliano e sparigliano le carte di un piccolo, tranquillo, solo in apparenza paesino dell’entroterra del basso Lazio. In estate c’è una tre giorni, il “Palio”, che infiamma le contrade. Tutti vogliono vincere e si gareggia con ogni mezzo, senza lesinare i colpi bassi. Risse, botte, scorrettezze e tutto per conquistare lo stendardo. S’intrecciano sullo sfondo, le vicende di un gruppo di personaggi, talvolta un po’ grotteschi, talvolta coraggiosi, sovente improbabili, o forse più che altro dovrei dire "coraggiose", poiché tante sono donne ma sempre in pista. D’amor Celeste Passione ardente, svela in questo capitolo il mistero di una statuetta misteriosa. Antichi rancori che tornano dagli anni ’30 del ‘900 e nuovi amori sbocciano, s'infuocano, così come si scatenano in paese, passioni che si svelano poco a poco. E poi le fate, la magia e quell’ironia che scivola tra i tavolini di un bar, quello di Laura, riuscendo ad incidere più degli alcolici. Poi c’è Olivia la transessuale che corre sui tacchi, non si arrende, poiché ha fame di vincere e sfida il perbenismo delle dame di Santa Dorotea. Continuano quindi le avventure di Celeste Lanzetti, del maresciallo Claudio Conti e di un gruppo di “scappati di casa”. Dall'alto del piccolo borgo, rotolano sentimenti e Celeste è sempre messa alla prova. Vedremo chi la spunterà.
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