Uligine (i Classici / Poesia)

Nel 1928, dopo aver pubblicato alcune poesie su periodici di provincia, soprattutto sul "Pensiero" di Bergamo, Descalzo iniziò la stesura di Uligine. Il poemetto — che avrebbe stampato con le sue mani presso la tipografia Vaj di Sestri Levante — gli era stato suggerito dal casuale incontro con un vecchio contadino che gli aveva rimproverato la lunga assenza dalla campagna, nella quale aveva lavorato sin da bambino e dove si era formato: di qui «l'occasione per ripensare al passato, per rievocare, con la sua infanzia, persone care scomparse e momenti della vita dei campi».

L'impianto tradizionale di Uligine non impedì a Descalzo di attirare l'attenzione e il favore dei lettori: dapprima quelli dell'ambito ristretto cui il volumetto era giunto tra le mani, sicché presto Descalzo divenne protagonista di un caso letterario nel quale si sprecavano le parole "autodidatta" e "operaio", poi quelli che, come Vittorini e Montale, ne lessero la redazione ridotta e frammentata apparsa nel 1931 su "Circoli". E tra quanti apprezzarono Uligine, in qualche misura guidati dalla simpatia umana per quel poeta-operaio autodidatta, furono anche nomi illustri come il potente e generoso fondatore e direttore della "Fiera Letteraria", Umberto Fracchia, che favorirà l'ingresso di Descalzo nel mondo delle lettere italiane, dove l'operaio-poeta di Sestri Levante in pochi anni avrebbe acquisito grande credito. Prova indiretta ne è un passo della lettera che il giovane Giorgio Caproni gli scriverà il 6 luglio 1937: «Conoscevo e possedevo nella biblioteca e nel cuore già Uligine e ciò Le dico per piena d'amore verso la sua poesia».

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