Il libro del sale

La voce sensuale di Binh, giovane cuoco vietnamita, rievoca le disavventure che l'hanno portato dalla terra natale sotto l'imperio francese alla Parigi degli anni Trenta, attraverso le onde salate del'oceano. Un oceano su cui si dilata la pena per il distacco dalla madre e da un amore rovinoso, che ha infranto insieme i codici eterosessuali e quelli del potere coloniale. Amareggiato dalla nostalgia, nel 1929 Binh approda come cuoco in quell'alloggio parigino al 27 Rue de Fleurus dove Gertrude Stein e la compagna Alice B. Toklas, eccentriche americane già famose nella capitale, ammettono pochi privilegiati ai tè pomeridiani e ai loro studiati banchetti. Binh capisce a stento il francese: la sua ricca voce interiore si strozza nel silenzio o nel tentativo di assimilare le parole straniere. È un alieno che con le sue arti penetra delicato nei corpi altrui, per rivelare il sapore delle passioni. La maestria culinaria con la quale seduce le due gaudenti e rigorose Mesdames s'intreccia con la fascinazione per i modi in cui il desiderio s'incarna nel cibo e s'intesse nelle parole.

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