Di materno avevo solo il latte

Deborah dopo un ricovero urgente in ospedale e una corsa frenetica in sala operatoria scopre di essere affetta da endometriosi che le annuncia sterilità senza ritorno. Ma inaspettatamente, qualche anno dopo, per un lieve ritardo del ciclo e un test di gravidanza preso con molta poca fiducia e incredulità scopre di aspettare un bambino.

Ha inizio, così, una esplorazione nella dimensione mamma ricca di aspettative e entusiasmo.

Affetta dalla "sindrome del Mulino Bianco" Deborah vive nove mesi di idillio tra nausee a volte imbarazzanti e taglie di abiti premaman troppo larghi per i suoi gusti.

Una volta nata la bambina e dopo i primi giorni idilliaci di prassi in cui Deborah pensa di essere la donna più felice del cosmo, le fa visita la depressione post parto sotto le mentite spoglie di un immaginario serpente sibilante che non perde occasione di sfiorarle i pensieri con la sua lingua biforcuta.

Le giornate iniziano ad oscurarsi lentamente e Deborah riesce a vedere la luce delle sue emozioni di mamma sempre più lontane. Fortunatamente corre in suo aiuto un alter ego forte e indomito che inizia a interferire nel lavoro distruttivo di "Sir Bis" contrastandolo attraverso una lotta in cui il bene e il male ancora una volta si incontrano e si scontrano.

Con l'intervento di un compassionevole e saggio maestro di Yoga dal passato misterioso, un salotto virtuale di mamme iscritte sul web con i nickname più bizzarri e il catartico bambolotto della sua infanzia, Deborah riuscirà a vincere sulla sua malattia e a trasformare un terrbile veleno in una ottima medicina curativa.

Tra riflessioni commoventi e situazione ironiche "Di materno avevo solo il latte" rappresenta un viaggio di crescita che ci aiuta a capire quanto sia importante superare la sofferenza attraversandola con coraggio. E il sorriso sulle labbra...



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