Lettere d'amore

«Sono talmente fortunato ad averti trovata, una persona che mi sta alla pari, forte e indipendente quanto me!», scrive Einstein alla fidanzata. Mileva Mari? nell’ottobre del 1900.
A questa donna «forte e indipendente», che diventerà sua moglie nel 1903, il giovane scienziato confida sogni, progetti, speranze e disillusioni; sono le tappe, spesso sofferte, di una maturazione emotiva e intellettuale che lo porterà alle grandi scoperte del 1905, vere «rivoluzioni con­cettuali» del Novecento.
Mileva, lungi dall’essere quella pallida ombra tramandataci dalle biografie di Einstein, non è certo estranea alla straordinaria progressione creativa del compagno, con il quale condivide molti interessi scientifici. Ma le grandi difficoltà incontrate dalla giovane, tra cui la nascita di una figlia illegittima, finiranno con l’indebolirla e con il relegarla a un ruolo marginale all’in­terno di una coppia già in crisi: la sua ultima, breve lettera, tra quelle presentate in questo volume, ha già il tono melanconico della sconfitta.

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